Un nuovo allarme sul morbillo. L’ultima ricerca pubblicata dice che questa patologia è più pericolosa di quanto fino ad ora si sapesse. Ad aggiornare le statistiche è uno studio dell’Ucla, l’università della California; i numeri, basati sull’analisi di un’epidemia all’inizio degli anni Novanta, dicono che viene colpito da encefalite un bambino su 1.387 contagiati sotto i cinque anni; uno su 600 nei neonati sotto i 12 mesi. Le stime basate su studi precedenti erano più ottimistiche: uno su 1700. Le encefaliti croniche, avvertono gli autori della ricerca, si sviluppano fino a 6-8 anni dopo l’infezione e possono avere esiti mortali nel giro dei successivi 24-36 mesi. Da qui un appello dei ricercatori statunitensi: “Nessuno – ha spiegato James Cherry, ricercatore in malattie infettive in età pediatrica presso l’Ucla – dovrebbe andare in Europa se non ha già fatto due dosi di vaccino“.
Anche di qua dall’Oceano si moltiplicano questo tipo di consigli. Giusto un paio di giorni fa Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha inviato una lettera aperta al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ricordando l’importanza delle vaccinazioni e chiedendo di avere “anche la magistratura al fianco dei medici e degli scienziati per contrastare chi, per diversi e spesso turpi motivi, abusa della credulità popolare, esponendola a rischi gravissimi per sé e per le persone care, spesso bambini ed anziani”.
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