L’ultimo rapporto Influnet, il sistema di sorveglianza dell’epidemia influenzale dell’Istituto Superiore di Sanità, stima che, nella settimana conclusasi con il Natale, 21 bambini su 1000 tra gli 0 e i 4 anni e 13,5 su 1000 tra i 5 e i 14 anni siano stati colpiti dall’influenza, circa il doppio della settimana precedente. Una situazione pienamente confermata dagli accessi pediatrici al pronto soccorso di Imola nell’ultima settimana, raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se con un numero di ricoveri non certo proporzionale. Una situazione che chiaramente ha provocato attese anche per i piccoli che non mostravano sintomi preoccupanti.
“Abbiamo visto moltissimi bambini con i sintomi classici dei virus influenzali stagionali: febbre alta e mal di testa all’esordio, raffreddore, tosse, mal di gola, dolori muscolari, talvolta associati a disturbi gastrointestinali come vomito e diarrea – racconta la dottoressa Sandra Brusa, direttore della Pediatria di Imola –. Fortunatamente nella stragrande maggioranza si è trattato di casi curabili con un po’ di antipiretico, perché troppo spesso il pronto soccorso viene utilizzato senza un precedente contatto con il proprio pediatra di famiglia, che è invece il primo professionista che può garantire una valida consulenza. Tra l’altro, portare un bimbo malato in ambiente ospedaliero quando non necessario sottopone il piccolo ad ulteriore stress fisico e psicologico e certamente non aiuta la guarigione, anche perché si sa, in ospedale ‘girano’ germi più che in ogni altro luogo”.
Ma come può un genitore capire se e quando l’ospedale è davvero necessario? “Ci sono alcune condizioni in cui la visita pediatrica è necessaria: nei lattanti con febbre alta, soprattutto nei primi tre mesi di vita; nel caso di una respirazione particolarmente faticosa (che può far pensare a complicanze batteriche, unici casi in cui è necessario somministrare un antibiotico) e se il piccolo ha febbre alta, diarrea e vomito contemporaneamente, per cui rischia la disidratazione – spiega ancora la pediatra – Va sempre considerato anche lo stato generale del bambino: se nonostante la febbre e gli altri sintomi è vigile non ci si deve preoccupare, mentre desta sospetto se ai sintomi classici si sommano letargia e colorito molto pallido o cianotico. Ma, ripeto, si tratta di casi infrequenti: normalmente l’influenza nei bambini ha un decorso benigno e senza complicanze e può tranquillamente essere curata a casa”.
In che modo? “Riposo assoluto, paracetamolo per abbassare la febbre quando supera i 38°-38.5° (e ci vogliono almeno 30 minuti perché faccia effetto), fare bere molto il bambino, non forzarlo a mangiare (il poco appetito in questi casi è assolutamente normale) e non coprirlo troppo se non è lui a richiederlo.” Poi chiaramente una buona dose di coccole aiuta il morale!
Sulla vicenda sono intervenuti anche i sindacati. Secondo Alessandro Lugli del Fials “in questi giorni si stanno verificando numerose criticità al pronto soccorso e in diversi reparti dovuti alle solite carenze di organico e cattiva organizzazione, con il rischio che tale condizione perduri per tutto il periodo delle festività. Il pronto soccorso è intasato a causa dei soliti e prevedibili forti afflussi, i reparti ospedalieri sono pieni per ricoveri di pazienti a grave complessità, il reparto di Otorinolaringoiatria è stato chiuso fino al 2 gennaio per festività con personale addetto messo in ferie pur senza giorni arretrati, in Cardiologia sono stati occupati 2 letti del day hospital con pazienti critici provenienti dal pronto soccorso, incrementando il carico assistenziale del personale addetto che nel frattempo è rimasto numericamente invariato, mentre i pazienti in regime ambulatoriale sono stati rimandati a casa rinviando la prestazione. Nel reparto di Medicina A e B vengono dimessi pazienti a qualsiasi orario pur di liberare posti letto, mentre i ricoveri vengono eseguiti per lo più dopo le 19.30 quando il personale prende servizio per il turno notturno, con un solo infermiere nel proprio settore che deve gestire 16/18 posti letto senza ausilio di operatori sociosanitari e di personale di supporto. Inoltre, vengono effettuati molti ricoveri di notte anche nel reparto di Ortopedia”.
In vista dei prossimi fine settimana festivi l’Ausl ricorda inoltre che sul territorio circondariale sono attivi, nelle ore diurne dei prefestivi e dei festivi, 4 ambulatori di continuità assistenziale ad accesso diretto e completamente gratuito:
– Imola (via Caterina Sforza 3 – palazzina di fronte al centro prelievi): prefestivi 10-20 (fino alle 10 sono reperibili i pediatri e i medici di famiglia); festivi 8-20
– Medicina (Casa della Salute Via Saffi,1 c/o Nucleo Cure Primarie) e Castel San Pietro Terme (Casa della Salute Viale Oriani 1): prefestivi 12-20 (dalle ore 8 alle ore 12 è attivo l’ambulatorio di nucleo gestito dai medici di famiglia); festivi 8-20
– Borgo Tossignano (sede distrettuale Via dell’8°Centenario): prefestivi 10-20, festivi 8-20
I medici di continuità assistenziale sono inoltre contattabili telefonicamente per consulenze o richiesta di visita domiciliare nei prefestivi, festivi e notturni al numero verde 800 040 050.
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Commenti:
In verità, far venire a casa la guardia medica è un’impresa mentre per i pediatri è praticamente impossibile. Se si vuole evitare il contagio di virus sarebbe senz’altro utile istituire la guardia medica pediatrica e l’assistenza domiciliare per i più piccoli, cosa attualmente impossibile! !!
Speriamo nel 2017….
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