nascita, neonatoIl turno stava finendo e loro avevano fretta di andare a casa, altro che straordinari. Così invece di fare partorire la giovane mamma con un cesareo, le tre dottoresse le dettero un farmaco a base di atropina – controindicato in caso di sofferenza fetale – per simulare “una regolarità del tracciato in realtà non sussistente“. E’ successo a Catania il 2 luglio 2015 e adesso i tre medici sono stati sospesi rispettivamente per un anno, sei mesi e quattro mesi. La misura è stata presa dall’azienda sanitaria locale su richiesta della Procura.

Il bambino, che aveva il cordone ombelicale attorno al collo, nacque in seguito con parto naturale ma con gravi lesioni fisiche e cerebrali. Il piccolo infatti soffre delle seguenti patologie:  grave encefalopatia ipossico-ischemica, tetra paresi spastica, grave ritardo neuro psicomotorio, microcefalea, epilessia generalizzata sintomatica con conseguente indebilimento permanente del tronco neuroencefalico e con gravissime implicazioni anatomo funzionali.

Come riportano i media locali, la magistratura ha accertato che due dottoresse “omettevano sia di segnalare tali avvenimenti in cartella, sia di informare i colleghi del turno successivo, impedendo a questi ultimi di avere immediata contezza della estrema gravità della situazione clinica”.  I “molteplici episodi di sofferenza fetale che il tracciato evidenziava”, insomma, sono stati in qualche modo insabbiati. Il tutto, è bene ricordarlo, “per evitare di rimanere oltre l’orario di lavoro”.

La terza, invece, avrebbe posto in essere “una serie di condotte negligenti, imprudenti e imperite”, come la manovra di Kristeller, e non avrebbe contattato in tempo il neonatologo.