Reddito di solidarietà: 400 euro al mese per 35mila famiglie

casa soldiIl Reddito di solidarietà è legge in Emilia-Romagna. L’Assemblea legislativa ha dato il via libera alla legge per il contrasto alla povertà: 72 milioni per la sua applicazione, di cui 35 stanziati dalla Giunta. Si tratta di una misura strutturale, un sostegno concreto per persone e famiglie in gravi difficoltà economiche.  Potrà essere richiesto da nuclei famigliari, anche unipersonali, con ISEE pari o inferiore a 3.000 euro, durerà un anno e bisognerà partecipare a progetti di impegno sociale o di inserimento lavorativo. Si calcola che potrebbero essere circa 80.000 i cittadini ad esserne interessati. Entro 60 giorni il regolamento attuativo.

Il Reddito di solidarietà (Res), introdotto in Emilia-Romagna dopo l’approvazione, oggi in Assemblea legislativa, della legge regionale “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”, proposta dalla maggioranza, Sel e Pd, e passata con i sì di Pd e Sel, l’astensione del M5s, il voto contrario di Ln e Fi (Fdi e AltraEr assenti). Prevede fino a un massimo di 400 euro al mese per un anno, sostegno concreto a chi sta peggio per superare le difficoltà economiche personali e del proprio nucleo familiare. Potrebbe interessare attorno alle 80 mila persone, corrispondenti a circa 35 mila nuclei familiari residenti in Emilia-Romagna in condizione di grave povertà. Famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito e che nel complesso rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in regione.

Al Reddito di solidarietà sono stati destinati 35 milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale che si aggiungo ai 37 milioni che lo Stato ha erogato all’Emilia-Romagna per il Sostegno all’inclusione attiva (Sia), misura attiva di contrasto alla povertà che la legge di Stabilità 2016 ha esteso a tutto il territorio nazionale e che il Res affiancherà e integrerà.

Il Reddito di solidarietà regionale amplia però la platea dei potenziali fruitori: nel Sia, infatti, si richiede la presenza all’interno del nucleo familiare di un minore, o di un figlio disabile, o di una donna in stato di gravidanza, condizioni non richieste dal Res, destinato a qualsiasi tipo di nucleo familiare, anche composto da una sola persona, per rispetto del principio universalistico.

L’accesso al Res dovrà essere accompagnato da un progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, concordato e sottoscritto dai componenti maggiorenni del nucleo familiare, dal referente del Servizio sociale territoriale del Comune competente e, in caso di proposte per l’inserimento lavorativo, dal Centro per l’impiego. La misura dà quindi luogo a un vero e proprio patto tra erogatori e beneficiari: a fronte della corresponsione del contributo economico, ci deve essere uno specifico impegno del nucleo familiare a perseguire progetti di inclusione sociale e lavorativa.

Possono accedere al Reddito di solidarietà i nuclei familiari, anche unipersonali, di cui almeno un componente sia residente in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi, con Isee corrente inferiore o uguale a 3mila euro. Nel caso componenti il nucleo familiare percepiscano altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale (pensione, accompagnamento, ecc.), il valore complessivo per il nucleo familiare dei medesimi trattamenti nel mese antecedente la richiesta deve essere inferiore a 600 euro mensili. L’accesso al Reddito di solidarietà è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo familiare della Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) o dell’assegno di disoccupazione (Asdi), o di altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria. L’ammontare massimo mensile, come detto, è pari a 400 euro per nucleo familiare. L’intervento sarà concesso per non più di 12 mesi, superati i quali il sostegno potrà essere richiesto solo trascorsi almeno altri 6 mesi. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale emanerà un regolamento attuativo della norma.

La domanda per ottenere il Res deve essere presentata da uno dei componenti il nucleo familiare al Comune territorialmente competente, tramite apposito modello corredato dà tutte le dichiarazioni individuate nel regolamento attuativo. Il Res sarà erogato dai Servizi sociali dei Comuni nell’ambito di un percorso concordato, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del un nucleo familiare. All’interno delle misure del progetto di attivazione sociale assumono rilievo: incontri con il servizio sociale; frequenza scolastica; progetti di ricerca attiva del lavoro e di accettazione di offerte di lavoro; iniziative di prevenzione e cura della salute; sostegno dei minori; cura del proprio alloggio. Nel caso di mancata sottoscrizione del patto, di mancato rispetto degli obblighi previsti dal progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, o comunque di comportamenti, da parte dei componenti il nucleo familiare, incompatibili con il progetto, si incorre in decadenza dal beneficio. Per rendere efficace il nuovo sistema, sono previsti il monitoraggio e un’attenta valutazione degli effetti, in modo da introdurre eventuali correttivi e indirizzare sempre le risorse a disposizione a chi ne ha veramente bisogno.

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Commenti:

  1. Peccato, che nessun ente è al corrente di questa cosa. Ho contattato caf, serivizi sociali, comune, nessuno che sappia qualcosa riguardo al res o al sia..

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