Alessia e Ilaria, “spose” a vent’anni: “Per noi un matrimonio a tutti gli effetti”

Da sinistra, Alessia Lavatura e Ilaria Venzi
Da sinistra, Alessia Lavatura e Ilaria Venzi

La prima in abito da sposa, la seconda in smoking. Si uniranno civilmente domani mattina alle 10,30, in Comune a Ravenna, Alessia Lavatura e Ilaria Venzi, 21 e 22 anni. La loro storia dura ufficialmente da un anno e mezzo, anche se già sei anni fa (“ma eravamo troppo giovani”) erano state insieme per un periodo. A festeggiarle ci saranno le famiglie e gli amici, per un totale di sessanta persone che resteranno con loro anche per il banchetto successivo alla cerimonia.

A proporre il “matrimonio” è stata alla fine dell’estate scorsa Ilaria: “Non me lo sarei aspettata – racconta Alessia -. Ma ho accettato subito. Viviamo già insieme, siamo innamorate. Quasi tutti hanno obiettato che siamo troppo piccole, che è presto. Ma per noi questo è il coronamento di un sogno, oltre a un modo per lanciare un messaggio preciso: che non cambia niente rispetto a prima, che non c’è d’aver paura“.

Niente viaggio di nozze, per il momento, per le due ragazze: “Io lavoro come barista – spiega Alessia – e Ilaria come segretaria. Ci penseremo più avanti. Per adesso ci sposiamo e basta: per noi questa non è un’unione civile, è un matrimonio a tutti gli effetti“.

La vita di Alessia e Ilaria continuerà come prima: “Siamo molto ritirate – commenta la prima – e per ora non siamo attive nell’associazionismo. Cerchiamo di vivere il nostro amore nell’intimità, tra le persone che ci vogliono bene. Abbiamo solo un po’ di problemi con mio padre, che non ha mai accettato davvero la mia omosessualità, anche se domani non mancherà alla nostra festa. Credo che con il tempo anche lui si tranquillizzerà: per amore di un figlio, alla fine, si supera tutto“.

Sul lavoro, invece, nessun ostacolo particolare: “Chi ci conosce, ci rispetta. Certo, non possiamo dire di essere state accettate ovunque, dipende dai casi e dalle situazioni. E girare per strada mano nella mano, a Ravenna, significa ancora essere bersaglio di sguardi storti. Se ci si sposta a Bologna, è già un altro mondo”.

 

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