“Ti guardano storto, ti dicono che non sai gestire i tuoi figli, ti criticano perché ne hai messi al mondo troppi”. Monica Berti, ravennate, è mamma di cinque figli. Il maggiore, 13 anni, è affetto dalla sindrome da deficit di attenzione e iperattività, con una sigla Adhd. Un disturbo di cui, recentemente, ci siamo occupati in più occasioni, raccontando per esempio la storia di Ilenia, vent’anni, che dopo tanta sofferenza oggi ha smesso di vergognarsi. O quella del gruppo di mamme – di cui anche Monica fa parte – che hanno attivato a livello regionale un gruppo WhatsApp per sentirsi meno sole e condividere dolore ed esperienze.
Anche quella di Monica, del resto, è una storia di sofferenza e solitudine. A partire dal momento della diagnosi, arrivata quando il suo primogenito, che ha anche un lieve ritardo cognitivo, aveva solo tre anni: “Dopo la notizia, mi sono sentita subito abbandonata. Alla Neuropsichiatria di Lugo che avrebbe dovuto prendere in carico mio figlio per la logopedia, mi fecero sapere che il bambino non collaborava abbastanza. Fui costretta, se non per alcuni periodi, a rivolgermi al privato, anche per la psicoterapia. Cosa che sto facendo tutt’ora, anche perché mio figlio è troppo grande per essere seguito“.
Il punto è che con cinque figli di cui uno con problemi, lavorare non è più stato, a un certo punto, possibile: “Siamo una famiglia monoreddito. L’unico aiuto che riceviamo è un’indennità di frequenza versata dell’Inps che ammonta a 280 euro al mese. Cifra che si interrompe d’estate, quando non c’è la scuola, come se durante i mesi caldi mio figlio, come per magia, guarisse”.
Monica avrebbe anche voluto essere supportata, a livello della sanità pubblica, dai gruppi di parent training dedicati a istruire i genitori su come comportarsi con i figli Adhd: “Ma, per vari motivi, sono riuscita ad avere accesso solo a un ciclo di incontri: davvero troppo poco”. E fuori, il mondo mica capisce: “Ho passato parecchio tempo chiusa in casa. Uscire era un incubo: a parte il fatto che avevo tre bimbi piccoli, molto vicini tra loro per età, certi commenti e certi sguardi sono difficili da accettare. Ci si isola, alla fine, per sopravvivere”.
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Commenti:
Ti capisco molto, anch’io mi sento isolata e sola, e per di più col problema del bambino con ADHD, anche mio figlio ha 8 anni.
Ciao a tutti, io ho un figlio al quale da quando aveva un figlio anni è stato diagnosticato un lieve ritardo mentale e una lieve adhd, adesso lui ha 15 anni e so’ cosa vuol dire essere sempre tagliati fuori sentirsi dire diversi, sentire tuo figlio con una grande voglia avere amici e non averne, e fare fatica in tutto, essere deriso. È un seguito dall’asilo ma in maniera sporadica,mi han mandato un educatrice a domicilio quando era alle elementari, ed una famiglia d’appoggio che serviva solo a dare comandi e istruzioni su come crescere mio figlio, e probabilmente non aveva capito la situazione, per cui ho lasciato perdere. Un abbraccio a tutti i genitori e che quotidianamente sono portano il peso di un figlio di con problemi.
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