E’ morto dopo soli dieci giorni di vita per arresto cardio-respiratorio. Il sospetto è che ad ucciderlo sia stata una dose di banalissima vitamina D presa nelle due ore precedenti. L’annuncio è stato dato dalle autorità sanitarie francesi (precisamente dall’Ansm, organo di vigilanza francese sulla sicurezza dei medicinali) e riguarda il decesso di un neonato avvenuto all’ospedale Cochin di Parigi lo scorso 22 dicembre. Il farmaco sotto accusa si chiama Uvestérol D ed è prodotto dai laboratori Crinex. L’Ansm ha riferito che “sono in corso indagini per determinare le cause esatte della morte e se è probabile che sia attribuita al Uvestérol D”. Dopo il decesso del bambino alcuni esperti farmaceutici hanno chiesto la sospensione del farmaco. Vanamente, almeno fino ad ora.
Come riportano i media francesi in passato l’Uvestérol, commercializzato dal 1990, era stato al centro di segnalazioni per sospetti effetti collaterali come pericolo di soffocamento. La stessa Asnm aveva messo in guardia sulla somministrazione a bambini al di sotto di cinque anni. L’agenzia inoltre aveva segnalato malesseri e problemi respiratori e polmonari soprattutto nei neonati prematuri e nei bambini di meno di un mese ed aveva chiesto ai laboratori Crinex “misure di minimizzazione del rischio”.
La rivista medica indipendente “Prescrire” ritiene che si sia perso anche troppo tempo e che non c’era bisogno di arrivare ad un decesso per intervenire. In diverse occasioni la stessa rivista aveva lanciato l’allarme sui rischi legati alla modalità di somministrazione del farmaco tramite una pipetta di dosaggio. In un articolo del 2014 si sosteneva che la Crinex e la stessa Ansm avevano sottovalutato il problema.
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