Se la maggior parte dei papà fosse come la maggior parte delle mamme, quasi tutto andrebbe meglio. Ma ci sarebbero, forse, molti meno spazi per l’improvvisazione. E quindi per la fantasia.
Perché può succedere che è sera e tu (papà) e tua figlia siete fermi al semaforo e state aspettando che l’uomo rosso si trasformi in quello verde. Non c’è anima viva, i lampioni sembrano più flosci del solito e i cartelloni della pubblicità sono sbucciati da un vento obliquo. La tentazione di attraversare la strada è così forte che ti fa mettere un piede giù dal marciapiede, che ti fa dire un ‘dai andiamo’ con una voce che è a metà tra i pensieri e un ordine. Poi succede che senti il rumore di una macchina che arriva da lontano, un rombo che grida velocità. Allora ci ripensi e ti giri verso di lei per dirle che è meglio aspettare, che è meglio seguire le regole, che un minuto in più non cambia nulla.
È troppo tardi, però. Lei ha la faccia completamente coperta dal sangue che improvvisamente ha iniziato a scenderle dal naso e ti chiede ‘papà come faccio adesso?’. Ecco, se la maggior parte dei papà fosse come la maggior parte delle mamme, tu avresti con te un Kleenex al profumo di lavanda emostatico, emolliente e balsamico.
Poi avresti una salvietta, un misuratore della pressione e un forum a cui chiedere un consiglio.
Invece non hai nulla con te. Se non l’idea che arrivati a casa ti sarà recriminato che quando hai figli un fazzoletto con te, almeno uno, lo devi avere. Che se tu ce lo avessi avuto, il giubbotto non si sarebbe sporcato. Che lavare un piumino in inverno sai quanto ci vuole prima che si asciughi. Che tanto non la fai tu e quindi te ne freghi. Che al mercato mio padre comprò.
Allora ti sfili una scarpa, ti togli il calzino e glielo dai.
La macchina vi supera sfrecciando e ruggisce di clacson forse per protesta contro il tuo piede nudo, di sera, sul bordo di una strada.
“Papà, tu sei un genio e i tuoi calzini profumano”.
Tu chiamali se vuoi, eroi moderni.
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