Se oggi è San Valentino, due giorni fa avrebbe dovuto essere il contro San Valentino o meglio la Giornata nazionale dell’amante. Almeno secondo le intenzioni della giornalista ferrarese Camilla Ghedini e dell’amica Brunella Benea, ex assessore alle Pari opportunità nel Comune di Bondeno, che tre anni fa hanno pubblicato per Giraldi Editore “Amo te…starò con lei per sempre”, che partiva proprio dall’idea di ridare dignità e identità all’altro lui o l’altra lei, figure spesso bistrattate o dimenticate, quanto centrali nelle vite di molte persone. Un libro che torna attuale in questi giorni di romanticismo e consumismo spinti. Giorni in cui il disegno di legge per istituire la giornata del 12 febbraio, dedicata agli amanti, diventa una provocazione a metà tra psicologia ed economia.
Camilla, perché tanta attenzione all’amante?
“Perché, usando l’ironia, organizzare la giornata degli amanti sarebbe una bella spinta per l’economia: doppie cene, doppi regali. Ma l’intenzione del libro, e della proposta ad esso legata, ha anche a che fare con lo sdoganamento di una figura con cui tutti, bene o male, da una parte o dall’altra ci siamo trovati ad avere a che fare. Una figura zeppa di stereotipi”.
Per esempio?
“L’amante donna, per esempio, viene spesso dipinta come la sfasciafamiglie per eccellenza, quando è spesso una donna imbranata, piena di sogni e speranze, incapace di vedere la realtà, cioè che il suo lui difficilmente lascerà la moglie. A meno che le amiche non le aprano gli occhi. Questo libro è, alla fine, anche un inno all’amicizia e all’importanza di essere riconosciuti a pieno titolo come persone degne di amore, non solo in maniera parziale. Infatti il contro San Valentino è dedicato anche a chi non ha una relazione: fatevi un regalo, dedicatevi a voi stessi”.
Insomma, un libro sugli amanti scritto da chi crede nella monogamia?
“Assolutamente sì. Diciamo al terzo o alla terza di fare di tutto per meritarsi l’esclusiva. E diciamo alle mogli e ai mariti di smettere di fare finta di non vedere. Il più delle volte, in queste storie viste e riviste, non è l’amore che trionferà. E nessuno merita di vivere nascosto, riconosciuto a metà, perché la realizzazione personale fa rima con totalità, anche nei sentimenti”.
Però, nella vita, certe cose capitano. Come la mettiamo?
“La mettiamo così: che se a lei o lui sta bene di fare il terzo o la terza per anni o a vita, no problem. Ma se questo crea sofferenza, bisogna darsi un tempo, un ultimatum. Perché dopo un po’, non ha più senso aspettare una barca che non passerà mai. Alla fine, contro il romaticismo esasperato e spesso ipocrita di San Valentino, possiamo ben dire che i più romantici siano gli amanti. Che amano in silenzio, rinchiusi in storie ufficiose”.
Nessuna esaltazione del tradimento?
“No, nessuna. Ma siamo state le prime a dare un valore anche letterario agli amanti, divertendoci anche molto, in un Paese bigotto come l’Italia”.
Dopo di voi ci ha pensato Diego De Silva con “Terapia di coppia per amanti”…
“Buon segno. Si vede che ce n’era bisogno. Lo abbiamo capito anche dalla enorme molte di corrispondenza ricevuta. Da parte di psicologi, che hanno apprezzato che qualcuno abbia finalmente trattato il tema. Da parte di uomini e donne ‘terze’, che ci hanno raccontato le loro storie, lunghe anche decenni. Non è mancato qualche insulto: quello che più ricordo è di un testimone di Geova che ci ha mandato, come per farci rinsavire, diversi brani del Vangelo”.
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