Saranno almeno in 1.500, sabato e domenica a Bologna, al summit “Non una di meno” che nelle aule universitarie di via Belmeloro richiamerà le attiviste di 350 associazioni e dei centri anti-violenza.
L’incontro mira a mettere nero su bianco un piano nazionale femminista contro la violenza alle donne da presentare al governo entro l’estate. Ma si mira anche a organizzare lo sciopero dell’8 marzo, al quale i sindacati di base hanno già aderito. Paola Rudan, voce dell’assemblea, ha detto a La Repubblica: “Vogliamo dire no alla violenza in tutte le sue forme: lo stupro e le molestie, i tagli al welfare che ci obbligano a svolgere il lavoro di cura e riproduttivo gratuitamente o in cambio di un misero salario, l’abbattimento alle risorse destinate ai centri antiviolenza, la precarietà, il razzismo che colpisce le migranti”.
Gli otto punti del manifesto saranno legislazione, educazione alle differenze, lavoro e welfare, sessismo, mass media, migranti, centri anti-violenza, salute.
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