Tica, 27 anni: “Abbuffate e sensi di colpa, ecco la mia bulimia”

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Foto d’archivio

“Fino a due mesi fa mi pesavo cinquanta volte al giorno, adesso una. Cercavo ogni modo per eliminare quel che avevo mangiato, ora capita solo qualche volta”. Tica Nasolini ha 27 anni, vive tra Tagliata di Cervia e Budrio di Longiano. E dal settembre scorso è seguita dall’associazione sulleALIdelleMENTI, dove ha ripreso la terapia psicologica e grazie alla quale sta seguendo un corso di cucina per persone affette da disturbi del comportamento alimentare. Il 15 marzo, in tutta Italia, si celebra la Giornata del fiocchetto lilla dedicata proprio ai Dca come la bulimia di Tica, che per qualche tempo si è trasformata anche in anoressia.

“I miei problemi – racconta – sono iniziati dopo che, all’età di otto anni, mio padre è morto e mia madre, come reazione al dolore, ha iniziato a occuparsi meno di me e dei miei fratelli. Un periodo durissimo per il quale, in tempi recenti, l’ho perdonata. Ma che ha lasciato grossi segni su di me”. Per colmare il vuoto, Nica già da bambina mangiava oltremisura, senza però mai provocarsi il vomito.

Ma è stato nel 2011, dopo un incidente in moto che l’ha mandata quaranta minuti in coma e che ha lasciato in eredità un disturbo post-traumatico da stress, che tutto il dolore che per anni aveva tenuto dentro è uscito fuori, peggiorando il disturbo del comportamento alimentare: “Ho preso venti chili, non ero assolutamente in grado di gestire i miei stati d’animo. Poco prima dell’incidente avevo provato a dimagrire, riuscendo anche a perdere un po’ di peso. Ma dopo quel trauma, una discesa verticale verso il basso”.

Solo la terapia psicologica, con il tempo, ha aiutato Tica a riprendersi. “Il problema è stato che dopo aver ripreso il mio peso forma, sono passata dall’altra parte. Mi sembrava di avere il controllo del mio corpo e ho iniziato a dimagrire sempre di più, fino a quando sono finita al pronto soccorso dopo uno svenimento. E in quel momento ho deciso di tornare a farmi aiutare di nuovo”.

Oggi Tica, che si considera in via di guarigione, ha un fidanzato e sta facendo un tirocinio in un nido: “Oggi le mie relazioni sociali sono molto migliorate. Scoprire che ci sono persone che vivono i miei stessi problemi è stato un sogno. Per anni mi sono vietata cene, giornate al mare. Ritenevo proibitiva ogni situazione in cui pensavo di poter finire al centro dell’attenzione, in cui credevo che avrebbero guardato tutti me. Ci è voluto tantissimo tempo per scoprire che uscire per una pizza è normale, che stare in mezzo alle persone è bello”.

A posteriori, Tica ha capito anche che certe regole imposte dai genitori ai figli, al riguardo dell’alimentazione, sono controproducenti: “A tavola, a casa mia, c’erano molte rigidità. I dolci sono in certi giorni, alcuni cibi la sera no. Ho capito dopo che i bambini vanno lasciati più liberi, perché il rapporto con il cibo sia vissuto in modo sano”.

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