Pareva un film poliziesco americano: decine di agenti in azione, equipaggiamenti speciali, cani addestrati, elicotteri e sommozzatori. Mancavano solo i tiratori scelti e poi erano stati allertati tutti nella ricerca di Josh Dinning, bambino di 9 anni scomparso qualche mattina fa a Dunston, paesino inglese vicino alla città di Gateshead, nella contea del Tyne and Wear. Lo hanno cercato per quattro ore, dal momento in cui la madre ha dato l’allarme: “E’ scomparso – ha detto la donna -. In camera sua e in tutta la casa non c’è”.
Così le forze dell’ordine sono entrate in azione. Massicciamente. In momenti come questi si spera nel meglio, ovviamente, ma si teme sempre il peggio: un rapimento, un pedofilo, un incidente e chissà cosa. Poi, quando la situazione cominciava a diventare drammatica, un poliziotto, per scrupolo, ha guardato nel posto più ovvio. Quello dove bisognerebbe sbirciare prima di ogni altro: sotto il letto. E Josh era lì. Zitto come un topo. Un po’ scosso da tutto quel trambusto e (forse) pentito di esserne la causa. Tutto è finito bene dunque, a parte il grande imbarazzo da parte della famiglia e delle stesse forze di polizia le quali, tramite un portavoce, si sono limitate a fare sapere: “Valuteremo per quale motivo sia sfuggito alle prime ricerche”.
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