In Emilia-Romagna quasi un bambino su tre pesa troppo

Di sovrappeso e obesità infantile abbiamo parlato di recente raccontando la storia di una bimba della provincia di Ravenna e del progetto che l’Asl ha messo in campo mettendo insieme medici dello sport e dietisti. Che il territorio sia attento al tema lo dimostra anche il progetto Batman di Annamaria Acquaviva, che con giochi ed esercizi ha provato a far cambiare alimentazione ai bambini con diversi chili di troppo.

E ora escono i dati dell’osservatorio biennale Okkio alla Salute, che per l’Emilia-Romagna conferma di fatto i numeri del 2014. In regione il sovrappeso riguarda il 21% dei bambini e delle bambine di otto e nove anni, mentre l’obesità interessa il 6,2% di loro e l’obesità grave l’1,5%. Dati leggermente sotto la media nazionale, che si attesta – rispettivamente – al 21,3%, 7,2% e 2,1%. Al primo posto della classifica la Campania, che sommando le varie categorie vede il 44% dei bambini con un peso eccessivo, all’ultimo posto la provincia autonomia di Bolzano, che nella somma raggiunge il 14,9%.

In generale, l’ultima attività di sorveglianza promossa e finanziata dal ministero della Salute/Ccm, e coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con le Regioni, il ministero della Salute e il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, conferma anche la diffusione, tra i bambini, di abitudini alimentari poco salutari, anche se si registra un miglioramento per quanto riguarda il consumo di frutta e verdura (aumentato) e il consumo di bevande zuccherate e/o gassate (diminuito).

E anche riguardo la diffusione di uno stile di vita attivo, i dati 2016 continuano a mostrare elevati valori di inattività fisica e di comportamenti sedentari. Infine, un aspetto da tenere in considerazione è che i genitori spesso tendono a sottostimare lo stato ponderale dei propri figli: per esempio, nel 2016, tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi il 37% ritiene che il proprio figlio sia sotto-normopeso e solo il 30% pensa che la quantità di cibo assunta sia eccessiva.

“Dal 2013 – ha detto alla presentazione del rapporto Marina Fridel, direttore dell’unità operativa di igiene e alimenti della nutrizione di Cesena e rappresentante dell’assessorato alle Politiche per la Salute Regione Emilia Romagna – si è osservato un progressivo incremento dell’applicazione completa degli standard nutrizionali nelle strutture scolastiche pubbliche e private. Nel 2013 dalla valutazione dei menu era emerso che gli standard nutrizionali erano applicati nel 85% dei casi, mentre nel 2016 si è arrivati al 95%.L’applicazione degli standard nei distributori automatici risulta più critica per la presenza ancora di snack con elevato apporto di grassi saturi e di bevande con aggiunta di zuccheri”.

 

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g