I medici e i pediatri della Romagna hanno lanciato la provocazioe alla politica: i punti nascita con pochi parti sono da chiudere o accorpare, pena la sicurezza di mamme e bambini. Ma Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza, non ci sta. Per quanto condivida l’idea dei neonatologi che “chi partorisce deve farlo in tutta sicurezza in reparti ospedalieri in grado di gestire ogni tipo di emergenza a garanzia della salute delle partorienti e dei nascituri”, la presa di posizione delle società scientifiche coinvolte nell’appello non è a suo dire sufficiente: “A chi giova ingenerare il dubbio che partorire a Faenza sia meno sicuro che a Ravenna o presso altri ospedali? Che senso ha auspicare soluzioni drastiche come la chiusura sic et simpliciter dei punti nascita, sapendo che l’assistenza materno-infantile si basa su una integrazione organizzativa e professionale di tutti i servizi dedicati alla gravidanza, al parto e al post-parto, erogati sia attraverso le strutture ospedaliere che consultoriali, che non possono non tenere conto delle caratteristiche geografiche e demografiche dei territori? L’accesso ai servizi sanitari, la loro dislocazione ed eventuale integrazione è un nodo centrale che non può essere sottovalutato. Men che meno trattato come una semplice questione che riguarda la politica e il consenso degli amministratori e non i diritti e i bisogni dei cittadini”.

Da qui, la precisazione che i livelli si sicurezza, a Faenza, sono garantiti e che il Piano di riordino ospedaliero approvato a dicembre mira a qualificare ulteriormente l’offerta sanitaria relativa alle nascite: “Trovo poi del tutto infelice e superficiale la metafora usata dalle predette associazioni: ‘Chi sceglierebbe di affrontare un volo transcontinentale su un piccolo charter che parta da un piccolo aeroporto con piloti con poche ore di volo, potendo organizzare un viaggio più sicuro?’. Così come per i voli aerei gli standard di sicurezza devono essere i medesimi, sia che si tratti di un volo charter o di uno transcontinentale, allo stesso modo è previsto per le cure sanitarie. Come fin qui fatto, ribadisco che Faenza lavorerà in stretta sinergia con la Regione Emilia Romagna e l’Asl della Romagna nell’individuare le soluzioni più opportune per mantenere anche in futuro, nel nostro ospedale, qualificati servizi relativi al percorso nascita, fondamentali per la comunità della Romagna faentina”.