Diventare mamme con l’epilessia: “Si può”. A Bologna 25 casi all’anno

Con l’epilessia si può cercare una gravidanza, partorire naturalmente e anche allattare al seno. Sono molti i luoghi comuni che l’ambulatorio dedicato all’ospedale Bellaria di Bologna cerca ogni giorno di sgretolare. A coordinarlo è la neurologa Barbara Mostacci, che segue circa 25 casi all’anno, di donne provenienti anche da fuori regione.
Dottoressa, da che esigenza è nata l’idea di aprire un ambulatorio specializzato in epilessia e gravidanza?
“Molte donne epilettiche si negano la gravidanza, per paura di non poterla intraprendere. E arrivano addirittura a non fare domande sull’argomento. Noi usiamo un metodo pro-attivo, alle ragazze introduciamo il tema ben prima che ce lo propongano loro. Purtroppo nell’immaginario comune l’epilessia è associata all’impossibilità di avere figli. Sappiamo che non è così. Nel triennio 2009-2011, grazie a un finanziamento del Ministero della Salute, abbiamo studiato le gravidanze di donne epilettiche che assumevano e che non assumevano farmaci, scoprendo che non c’è praticamente differenza in termini di rischio di aborto e malformazioni congenite del bambino. Risultati che vorremmo confermare studiando la materia ancora più ad ampio raggio ma che ci hanno dato indicazioni importanti e preziose”.
Come seguite le pazienti?
“Da quando esprimono il desiderio di un figlio fino al puerperio e all’allattamento. La gravidanza di una donna epilettica non è così diversa da quella di una donna sana: ci vogliono solo maggiori attenzioni. Tra le principali, i dosaggi plasmatici che ripetiamo ogni mese per vedere la quantità di farmaco che è presente nel sangue, visto che durante la gestazione il metabolismo può cambiare. E poi l’ecografia morfologica di secondo livello che consigliamo a tutte, perché più precisa e dettagliata, visto che un piccolissimo rischio di difetti congeniti esiste”.
Di che cosa hanno più paura le donne epilettiche che si apprestano a diventare mamme?
“Del fatto che i farmaci possano danneggiare i bambini. Sono meno preoccupate, invece, della gestione, anche se noi diamo a seconda dei casi i consigli più mirati. Per chi ha crisi frequenti, per esempio, è bene farsi aiutare dai compagni la notte, perché il sonno è fondamentale. Spesso diciamo anche di preferire la carrozzina al marsupio o alla fascia, caso mai dovesse arrivare una crisi. Via libera, invece, al parto vaginale, meglio se con l’epidurale, che rendendo il travaglio meno stressante, esorcizza il rischio di crisi durante le contrazioni, quando di renderebbe necessario un cesareo d’urgenza”.
E l’allattamento?
“Le pazienti restano sbalordite, quando spieghiamo che possono allattare. E che, anzi, l’allattamento va promosso e perseguito. Ci sono solo rari casi di tossicità legata ad alcuni farmaci, che però consentono di praticare un allattamento misto. Solo in ultima battuta proponiamo quello artificiale”.

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