Caldo, umido, sale, sole e sabbia sono elementi che caratterizzano la vita in spiaggia, ma sono anche fattori di stress per la pelle che aprono le porte alle infezioni da batteri, virus e funghi. Da qui l’impetigine sabbiosa, un segno di un’infezione batterica che sempre di più colpisce i più piccoli. Diversi i casi che ci sono stati segnalati dalle mamme anche qui in Romagna.
Per fare un po’ di chiarezza e capire sintomi e prevenzione, abbiamo chiesto alcuni consigli al dottor Enrico Valletta, direttore dell’U.O. di Pediatria e del Dipartimento Materno-Infantile dell’Ausl di Forlì. “La pelle dei bambini, notoriamente più delicata merita attenzione particolare, pena il comparire di arrossamenti, irritazioni, screpolature e infezioni talora molto fastidiose e ostinate. Le zone più delicate sono quelle delle pieghe: ascelle, collo, inguine e tutta la zona attorno ai genitali, i glutei. Sono le zone che restano umide più a lungo e favoriscono la crescita di funghi e batteri – spiega il dottor Valletta – Occorre asciugarle bene dopo il bagno o la doccia e badare che non vi si annidi la sabbia che con lo sfregamento irrita la pelle e apre la strada alle infezioni”.
Poi qualche precauzione: “E’ bene che i bambini piccoli non siedano nudi a giocare sulla sabbia, ma che in questo momento siano coperti con il pannolino asciutto o con il costume o siano messi sopra un asciugamano asciutto. Irritazioni e infezioni dei genitali sono sempre possibili se si passa lungo tempo a contatto con la sabbia senza avere l’accortezza di lavarsi con acqua dolce eliminando tutti i residui. Giocare nude sulla sabbia potrebbe esporre le bambine al rischio di un’infezione delle vie urinarie. Dopo il bagno in mare è consigliabile fare la doccia con acqua dolce e asciugare bene i bambini. Magari anche cambiare il costumino con uno asciutto se non si prevede di tornare presto in acqua – spiega il dottor Valletta – Nei più piccoli la pasta all’ossido di zinco fornisce una buona protezione nelle zone più delicate delle pieghe della pelle o nella zona del pannolino. Fare inoltre attenzione soprattutto se sulla pelle ci sono piccole ferite o lesioni che possono esser porta d’ingresso delle infezioni. Vanno protette evitando il contatto diretto con la sabbia o lavandole accuratamente o disinfettandole nel caso si sporchino. Meglio esser prudenti anche con il bagno in mare finchè non sono guarite”.
Quindi il dottor Valetta entra nello specifico dell’impetigine sabbiosa: “L’impetigine è segno di un’infezione batterica. I batteri possono essere sulla sabbia, ma sono già abitualmente sulla nostra pelle e una riduzione delle sue normali difese a causa del sole e della secchezza causata dall’acqua salata o da piccole abrasioni dovute alla sabbia, favorisce l’ingresso dei batteri e la comparsa dei segni dell’infezione. I bambini più piccoli sono come sempre più esposti, ma può verificarsi a qualsiasi età. I sintomi sono inizialmente irritazione e arrossamento, prurito e quindi comparsa di piccoli brufolini, talora con un po’ di pus, che nel corso dei giorni vanno espandendosi anche in diverse zone del corpo. Il bambino può grattarsi o sfregarsi con le mani e finisce con portare l’infezione anche in parti diverse del corpo”.
Come si cura l’ipetigine? “Si cura localmente con creme antibiotiche, ma se l’impetigine è diffusa a più di una zona del corpo può essere necessario l’antibiotico per bocca – continua il dottor Valletta – Un’occhiata dal parte del pediatra è opportuna a questo punto anche per valutare se c’è una componente infettiva micotica (da Candida, ad esempio) che richiede creme specifiche. L’impetigine può essere contagiosa soprattutto da bambino a bambino, ma non solo. La trasmissione avviene per contatto diretto o anche indiretto con asciugamani, costumini o altri indumenti. Vanno lavati accuratamente con acqua calda e utilizzando prodotti per la disinfezione degli indumenti”.
Infine un ultimo consiglio: “Camminare sulla sabbia a piedi nudi non è un problema; meglio indossare le ciabatte nella zona delle docce dove il caldo e l’umidità favoriscono la presenza di microrganismi infettivi”.
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