Reggio, il pedofilo vuole i domiciliari. Alla protesta la famiglia della vittima

Il 21enne pakistano che ha confessato di avere abusato sessualmente di un 13enne disabile suo vicino di casa, nella bassa reggiana, vuole i domiciliari. Dopo la scarcerazione con obbligo di firma che ha creato indignazione un po’ da tutte le parti, il giovane ha fatto richiesta di non essere libero. Il problema è che non ha un domicilio, visto che – scrive La Repubblica – i pakistani con cui abitava non lo vogliono più in casa.

Ieri sera, alla protesta silenziosa organizzata da La Caramella Buona, c’erano anche il padre e il fratello della vittima. Roberto Mirabile, presidente della Onlus, ha detto: “Siamo qui perché la sentenza è ingiusta. Vogliamo la giustizia con la G maiuscola. Siamo qui perché un magistrato, nella sua discrezionalità, non tiene conto del dolore fisico e psicologico, che resterà tutta la vita, di un bambino. Siamo qui perché un pedofilo reo confesso non può restare libero in mezzo ai bambini”.

Alla protesta, riporta La Gazzetta di Reggio, c’erano anche rappresentanti della comunità islamica, donne con il velo, pakistani della Bassa Reggiana, famiglie con bambini.

Mirabile ha usato toni duri, dicendo che per i pedofili non c’è cura e “bisogna buttare la chiave”. Nulla di razzista, ha precisato: “Saremmo qua anche se fosse un italiano, un bianco, un nero, un giallo, un extraterrestre”.

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