Vi piacerebbe occuparvi di un minore straniero non accompagnato? Dopo l’annuncio fatto quest’estate, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza dell’Emilia Romagna Clede Maria Garavini ha deciso di fare sul serio.
Al via, infatti, le domande per la selezione e la formazione dei soggetti idonei a svolgere la funzione di tutori volontari di minori stranieri non accompagnati. La Garante ha attivato la procedura prevista dalla legge nazionale 47 del 2017 attraverso la presentazione di un avviso pubblico (pdf, 217.6 KB).
L’avviso fornisce indicazioni precise e dettagliate sui requisiti previsti per la presentazione della domanda oltre che sulla procedura che sarà seguita per la selezione degli aspiranti tutori. In particolare, ha spiegato la Garante, “abbiamo pensato a un modello formativo mirato e multidisciplinare, in grado di fornire strumenti culturali e conoscitivi adeguati: l’obiettivo non è quello di creare un professionista della tutela legale, ma una persona qualificata che abbia le conoscenze per adempiere ai suoi doveri con responsabilità, efficienza e, soprattutto, appropriatezza relazionale”. La formazione offerta sarà quindi organizzata prevedendo, oltre ai percorsi articolati territorialmente, anche incontri di approfondimento tematico per garantire una supervisione, un aggiornamento permanente e un confronto esperienziale utile per affrontare le situazioni più complesse.
Per Garavini, infatti, a partire dalla motivazione e dalla sensibilità a svolgere funzioni nel superiore interesse del minore, “il tutore volontario dovrà instaurare innanzitutto un rapporto affettivo e di sostegno educativo per poter attuare con efficacia i suoi compiti”.
L’attivazione del bando risulta in continuità con le azioni già assunte sullo stesso tema, quali il protocollo d’intesa tra il Garante e il presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna, Giuseppe Spadaro, e i diversi incontri di promozione della legge.
Al 31 marzo 2017 i minori censiti in Italia erano 15.458, per la maggior parte di sesso maschile (oltre il 92%) e di età compresa tra i 16 e i 17 anni. 1.160 di questi ragazzi sono in Emilia-Romagna, ragazzi che non hanno nessun punto di riferimento e che potrebbero trovare nei tutori volontari delle figure in grado di assumerne la rappresentanza legale oltre che promuoverne il benessere psico-fisico e vigilare sui percorsi di educazione e integrazione.
“Per questi ragazzini è importante che ci siano punti di riferimento affettivi adulti, che li aiutino a crescere e a formarsi”, ha evidenziato la Garante. Si parla quindi anche, e soprattutto, di una esperienza di genitorialità sociale, non tanto, e non solo, di tutela legale.
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