Angela, guardia giurata: “Io, vittima di discriminazione, vado al lavoro col terrore”

“Vado a lavorare con l’ansia, con la paura degli attacchi di panico. Dopo quindici anni di professione, la mia pace è finita. A sei anni dalla pensione”. Angela (la chiameremo così) è una guardia giurata che si è rivolta alla Consigliera di parità della provincia di Ravenna per denunciare quello che da qualche mese sta subendo nell’azienda per cui lavora. Una discriminazione, a suo parere, cominciata dopo aver segnalato che a fare i turni non dovessero essere due colleghe non preposte a farlo: “Non sono stata al gioco, ci ho messo la faccia. E da quel momento sono iniziate le rappresaglie”.

Durante l’estate, al rientro dalle ferie, Angela ha trovato la sorpresa: “Cinque ronde notturne alla settimana, turni da sette ore in cui, da sola, devo presidiare diverse zone completamente buie del litorale, totalmente prive di sicurezza. Con tutti i colleghi uomini e giovani che ci sono, proprio me hanno scelto. Eppure il mio capo, in maniera spietata, mi ha fatto notare che ho scelto questo lavoro e questo mi tocca”.

Una botta forte, alla sua età e dopo tante dimostrazioni di attaccamento al lavoro e professionalità: “Ho sempre lavorato nella portineria di una grande azienda, sono sempre stata stimata e orgogliosa del mio mestiere. Ma quando è subentrata un’altra società alla precedente cooperativa e il personale è stato assorbito, sono iniziati i guai. Mi mandano in zone dove non si vede nulla, dove il telefono non prende. Mi hanno fatto fare piantonamenti con la mia macchina personale, non rendendomi riconoscibile come guardia giurata. Vivo nel terrore, mi stanno distruggendo la vita”.

Eppure Angela, che ha intrapreso le vie legali, sta continuando a lavorare senza ricorrere ai congedi per malattie: “Non voglio degradarmi, ho una dignità. Sono una mamma, una nonna, sono alle soglia dei sessant’anni. Non mi calpesteranno. Sono convinta di essere vittima di una discriminazione. Ma continuo a svolgere il mio lavoro nel migliore dei modi”.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g