Credo nel nido. Mi ci hanno mandata a otto mesi, i miei figli hanno iniziato a cinque. Credo che i bambini debbano stare in un ambiente educativo, socializzare, giocare con gli altri, imparare le regole e la gesione del conflitto e della condivisione. Credo, allo stesso tempo, che uno dei grandi luoghi comuni pedagogici sia “conta la qualità, non la quantità”. Mi ci ha rifatto pensare l’altra sera il cantautore Niccolò Fabi alla Feltrinelli di Bologna, dove ha descritto quella famosa quanto sopravvalutata massima come un’autentica “cazzata”.
“La quantità conta, eccome se conta”. Perché nella quantità del tempo sviluppi e rendi pieno il legame, vedi le sfumature della crescita dei tuoi bambini, le sfaccettature del carattere che sempre di più emerge, della personalità che sempre più prende forma. Ma anche, più banalmente, perché nella lunghezza del tempo fai tante cose. Concrete, sì.
Una torta, un puzzle, un giro in bicicletta, uno spettacolo a teatro, una maratona di lettura, un cartone dall’inizio alla fine, una casa di Lego con il garage. Mille esperienze che, se il tempo è contratto o frammentato, vengono negate. Esperienze non necessariamente cucite addosso a un bambino. Parlo di fare la spesa, di cucinare insieme, di riordinare una stanza, di fare un bagnetto tra mille bolle mentre ci raccontiamo la giornata, di mettere le mollette al bucato, di “adesso per favore gioca un attimo da solo perché ho una telefonata da fare”.
E allora, per quanto convinta che il lavoro nobiliti la donna (in questo caso) e che senza sarei frustrata e insopportabile, benedico anche il part-time, la flessibilità, la corsa affannata per conciliare. Al pari del nido, della scuola dell’infanzia, dei centri estivi e dei nonni. Perché lontanissima dalla melassa (ripeto, a cinque mesi ho smollato i miei figli al nido), senza quel tempo lungo so bene cosa mi perderei. E cosa, anche i miei figli, si perderebbero.
Questione di fortuna, di possibilità? Ovvio.
Ma continuare a dire che conta la qualità, ecco, pare un po’ un paravento. Del senso di colpa, quello di cui noi mamme siamo così esperte.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta