C’è chi, come il ministro Valeria Fedeli, pensa di dare via libera al telefonino in classe perché “è uno strumento che facilita l’apprendimento” e c’è invece chi, alla ‘periferia dell’impero’, si impegna molto più umilmente per insegnare come si tiene una penna in mano alla generazione dei cosiddetti nativi digitali: quelli che smanettano su telefonini, tablet, pc e ogni sorta di diavoleria virtuale ma che, magari, hanno meno confidenza con gli strumenti tradizionali di scrittura.
L’iniziativa proviene dall‘Istituto comprensivo Igino Petrone di Campobasso dove si tiene un corso per insegnanti. Tema: come insegnare agli alunni a impugnare correttamente una penna, appunto. La vicepreside Teresa D’Elisa spiega così l’iniziativa all’Ansa: “Può apparire strana, ma alla luce delle esperienze maturate nel corso degli anni ci si è resi conto che non aver prestato la giusta attenzione alla corretta impugnatura di un qualsiasi mezzo grafico, può pregiudicare l’acquisizione di strumentalità fondamentali e la fluidità nel movimento“.
Particolare attenzione verrà prestata al corsivo: “Per bambini e ragazzi collegare le lettere nel corsivo – specifica la dirigente della scuola molisana – è diventato difficile. Oggi scrivono in stampato, anche perché hanno probabilmente hanno interiorizzato le lettere delle tastiere”.
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