La manifestazione si chiama “Oltre il velo”, vede in prima fila la giunta comunale che è andata nelle scuole a propagandarla ma non è che sia piaciuta a tutti. Anzi. Per i più critici si tratta di un “tentativo di islamizzazione dei bambini”, mentre le altre polemiche si concentrano sull’opportunità di proporre un’iniziativa simile: si tratta di incontri che l’amministrazione comunale di Santarcangelo promuove nelle scuole “per favorire la conoscenza del mondo e della cultura arabi”. Ieri mattina ad esempio alla scuola elementare Pascucci il vicesindaco Emanuele Zangoli e l’assessore alla Scuola Pamela Fussi hanno letto ai bambini alcuni brani dal libro “Porto il velo, adoro i Queen” assieme a Fatima Ifqirne, volontaria dell’associazione Arobaleno, giovane mamma e ideatrice del progetto. Con loro anche una richiedente asilo. Giovedì alle 21 invece in biblioteca comunale ci sarà un incontro sul fumetto “Sotto il velo” di Takoua Ben Mohamed mentre sabato, sempre in biblioteca, cinque volontari racconteranno ai presenti la loro esperienza sul tema del velo.

Fabio Bertozzi, responsabile della Lega a Santarcangelo, annuncia un’interrogazione in Regione e ritiene sbagliata e scorretta l’iniziativa perché rivolta ai bambini “quindi ancora privi di quelle conoscenze storiche, filosofiche, religiose, politiche e culturali che li aiuterebbero, come dovrebbe essere, a affrontare certi temi con spirito critico e cognizione di causa”. Per l’esponente del Carroccio “l’obiettivo dell’operazione è quello di imporre a questi bambini una visione multiculturale e relativista, tesa a giustificare e legittimare la presenza di certe ‘regole’ sancite dalla giurisprudenza islamica e imposte a ragazze e donne per celarle e separarle dal mondo. Donne che hanno gravi limitazioni nell’islam: l’obbligo di coprirsi, appunto, l’obbedienza al marito, l’impossibilità a sposare un infedele, metà dei diritti che ha un uomo nelle eredità e nelle testimonianze. Limitazioni, ne abbiamo citate solo alcune, che sono in netto contrasto con la nostra cultura e con la nostra civiltà basata sui diritti e sulle libertà della persona. Quelle sì da far apprendere ai nostri bambini e soprattutto ai bambini di origine straniera, se vogliamo davvero che si integrino”.

“Il Comune di Santarcangelo – conclude Bertozzi – sceglie invece la strada opposta: una strada che legittima l’accettazione di imposizioni culturali che collidono con la nostra Carta costituzionale. Ed è inutile che, furbescamente, nel testo di parli di ‘ragazze che scelgono di portare il velo’ proprio per dare l’idea che si tratti di libera scelta. Non è libera scelta, ma imposizione della famiglia o nella moschea”.