Se dieci anni fa le avessero detto che sarebbe tornata alla terra, si sarebbe messa a ridere. Mamma bracciante e nonni contadini, dopo essere cresciuta a Bagnara di Romagna Cristiana Conti, oggi 41enne, per molto tempo ha fatto lavori di ogni tipo in giro per la Romagna: barista, commessa in un forno e addetta nei supermercati. Poi, quando ha incontrato il marito e ha iniziato a progettare una famiglia, sono arrivate anche le domande sul come e dove far crescere i suoi futuri figli: “E così ha preso piede l’idea della campagna, della natura. Fino a che abbiamo comprato un pezzo di terra e un rudere vicino a dove avevo passato l’infanzia”.
Ma cosa farci, poi? “Per quanto ci interrogassimo – spiega Cristiana – non arrivavamo mai al dunque. Poi, una notte, mi è apparso in sogno il fiore lilla dello zafferano. Io non sapevo neanche che fosse prima di tutto un fiore, lo zafferano. Lo compravo nelle bustine quando facevo la spesa, lo usavo per cucinare. Quella notte ho capito che quella era la mia strada“.
E così oggi, dopo aver studiato e aver fatto una scelta lavorativa senz’altro originale, Cristiana coltiva zafferano nella sua azienda “I cuori”, quel mezzo ettaro di terreno che le sta regalando una soddisfazione dietro l’altra: “Questo è il periodo della fioritura, un’emozione che non muore mai. Dietro c’è un lavoro non facile: tagliare erbacce e mettere bulbi, raccogliere e confezionare, sono attività faticose. Ma non potrei aver preso una decisione migliore”.
E lì, tra la natura, crescono anche le due bimbe di Cristiana, cinque anni e venti mesi: “Questo lavoro mi consente di seguirle, di organizzarmi: lo zafferano ha varie fasi, ci sono mesi in cui c’è moltissimo da fare, altri meno. E anche mio marito, che fa l’impiegato, sta ragionando se seguirmi o meno. In questo caso, sarebbe bello espanderci. Al momento, essendo sola, seguo anche la parte delle vendite, che cominciano a funzionare anche su Facebook. Di recente mi hanno ordinato delle bomboniere. Per ora riesco a farmi un minimo di stipendio. Ma più che altri vivo di soddisfazioni. Non so se considerare lo zafferano il mio primo o terzo figlio”.
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