È cosa buona e giusta che i bambini della scuola dell’infanzia facciano il pisolino pomeridiano? Secondo il pedagogista Daniele Novara, ovvio che sì. Nel suo ultimo libro “Non è colpa dei bambini” (Bur), il fondatore del CPP (Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti) di Piacenza tratta, tra le altre cose, dell’abitudine di alcuni servizi 3-6 anni a non dare ai bambini (soprattutto quelli più piccoli) la possibilità di riposarsi dopo il pasto, costringendoli dunque la classica tirata 8-16 (a meno che qualcuno li vada a prendere): “Trovo che il pisolino, per i bimbi di tre anni, sia irrinunciabile. Lo è meno per quelli di quattro, non indispensabile per quelli di cinque. Tenere svegli i più piccoli non solo è una forzatura ma provoca un danno. Un bimbo al primo anno di materna ha bisogno di dormire, nell’arco delle 24 ore, circa 12 ore. Ben pochi ne dormono così tante di notte. Ecco perché la nanna del pomeriggio è un’occasione imprescindibile di recupero. Ma su questi temi oggi gli stessi pediatri sono poco mobilitati. Non stupiamoci, poi, se molti bambini sono nervosi e agitati. Proprio ieri mi è capitato il caso di una mamma disperata, perché il figlio di quattro anni è aggressivo, tanto che qualche giorno fa ha staccato una ciocca di capelli alla sorella di nove. Ho scoperto poco dopo che dorme meno di quello che dovrebbe”.

Ma com’è la situazione, in Emilia-Romagna? Lo abbiamo chiesto direttamente ai genitori e ai Comuni, scoprendo che solo a Ravenna né i servizi comunali né quelli statali mettono i piccoli a letto. Lasciando da parte i privati, che si comportano ognuno a modo loro, siamo andati a vedere che cosa succede dalle altre parti.

A Bologna e Ferrara, nelle ‘materne’ comunali, si dorme eccome. A Modena si va a nanna a tre e quattro anni, mentre a cinque è previsto un momento di relax. A Rimini situazione eterogenea: a seconda della gestione (cinque scuole dell’infanzia sono infatti gestite dal Ceis), in certi asili si dorme e in altri no. A Forlì e Cesena pisolino sì. A Reggio e Parma, alle comunali, si dorme eccome. Situazione diversa a Piacenza, dove non esistono materne comunali: “Abbiamo però un servizio sperimentale 0-6 anni – spiega la responsabile dell’Unità operativa servizi educativi per l’infanzia Elena Foletti – nel quale la nanna è garantita”. Anche alla statale, comunque, a Piacenza il pisolino è previsto. Così come, un po’ a macchia di leopardo, nei servizi statali di Reggio, Ferrara. Rimini e Cesena, almeno nel primo anno di frequenza. In molti casi, dipende dalla struttura: se ci sono gli spazi per le brandine bene, sennò niente.