Scuole dell’infanzia comunali a pagamento a Bologna: sulla novità che dovrebbe essere introdotta a partire da settembre 2018 annuncia battaglia il comitato Scuola e Costituzione: “La scuola dell’infanzia comunale istituita negli anni Sessanta- scrive – ha avuto fra i principi guida quello della gratuità. La scuola dell’infanzia statale fu istituita a sua volta nel 1968 in base allo stesso principio. Pertanto da allora i genitori pagano esclusivamente il servizio pasto in funzione delle presenze”.
Ma Palazzo d’Accursio ha deciso l’introduzione di una tariffa di frequenza onnicomprensiva, il cui costo – assicura il Comune – sarà equivalente a quello attuale relativo al costo della refezione, basato sulla propria fascia Isee. Tariffa dalla quale verranno decurtate le eventuali assenze del bambino. Se una famiglia deciderà di non far mangiare il figlio a scuola, dunque, il costo per la materna non sarà più pari a zero.
“In questo modo — scrive Scuola e Costituzione — si scaricano sui genitori i costi di gestione, si equipara definitivamente la scuola comunale a quella privata e si stacca definitivamente la scuola comunale da quella statale, che resta gratuita. Chiediamo l’immediato ritiro di tale proposta”.
Ma l’assessore alla Scuola Marilena Pillati difende la scelta: “Le famiglie continueranno a pagare le stesse somme. Il pasto consumato a scuola ha un valore sul piano educativo e della salute dei bambini”.
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