Opere d’arte dietro l’autismo, la “scoperta” di mamma Roberta

Non sempre il correttore automatico del cellulare, nel cambiare la parole che vorremmo dire, sbaglia. Lo sa bene Roberta Buzzi di Comacchio (Ferrara), mamma di un bimbo di quasi cinque anni con un disturbo dello spettro autistico, Antonio. Dopo avere raccontato la storia della propria famiglia nel libro “Dolceamaro” (edizioni Il Fiorino), operazione sociale e culturale che continua a fare nella propria pagina Facebook, Roberta ha scelto di raccontare altri tipi di autismo, quelli detti a basso funzionamento, quindi piuttosto gravi.

Tutto è nato per caso, dopo che nella mente le si era sedimentato il giochino che il T9 del telefono faceva ogni volta che in un messaggio scriveva la parola “autistico”, trasformata immediatamente in “artistico”: “Mio figlio Totò, in quel periodo, aveva la mania di mettere a posto dei cerchietti in maniera precisa e sensata, ordinandoli per colori e posizionandoli alla stessa distanza. E così ho cominciato a pensare che forse, qualcosa di artistico e geniale, in effetti, in quei comportamenti ci fosse. Fino a quando la presidente di Angsa Bologna Marialba Corona, un giorno, mi ha mandato le foto dei disegni che suo figlio Edoardo, che oggi ha 16 anni, è solito fare. Lavoro nato dalla sua insegnante di sostegno, che con lui si è trovata per la prima volta a contatto con l’autismo e che ha provato a declinare il suo continuo picchiettare le dita sul tavolo con il colore. Poco dopo, anche la vicepresidente Cristina Luperini mi ha mostrato le foto delle opere di sua figlia Sara, 17 anni, che era solita utilizzare tempere, pastelli e pennarelli con ‘violenza’ sul foglio, arrivando a lacerare la carta e al quale è stato insegnato a utilizzare meglio quella passione per il colore”.

I quadri di Edoardo e Sara sono dunque il fulcro del libro “Il T9 non si sbagliava!” (edizioni Il Fiorino) che vede come autori proprio Edoardo Rumpianesi e Sara Malossi, che è curato da Roberta e la cui prefazione è stata scritta dalla neuropsichiatra infantile Paola Visconti: “Sotto ogni opera – racconta la mamma di Totò – c’è una piccola poesia scritta da me. Lo scopo del libro, il cui ricavato andrà ad Angsa Bologna, è dare spazio anche ai ragazzi più gravi, scoprendone e mostrandone potenzialità e risorse. Il che non significa nasconderne le difficoltà ma fare vedere anche quello che all’apparenza non si può immaginare”.

Qui la storia di Roberta

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