Si è tagliata i capelli. Completamente, a zero. A 14 anni ha rinunciato alla sua splendida chioma per un gesto di solidarietà con una motivazione profonda: ha donato i capelli ad un’associazione che produce parrucche per bambini malati di cancro. Eppure questo gesto non è stato apprezzato da tutti. Anzi, è stato proprio la fonte dei propri guai scolastici. La ragazzina protagonista di questa storia che giunge dalla Cornovaglia, contea della zona sud occidentale dell’Inghilterra, si chiama Niamh Baldwin ed è stata punita dalla preside per il suo nuovo look: il regolamento della Mounts Bay Academy di Penzace, ridente cittadina di 20mila abitanti che ha dato i natali a qualche artista e a centinaia di migliaia di illustri sconosciuti, prevede che i capelli siano lunghi almeno un centimetro. Il taglio alla Full Metal Jacket invece è fuori dalle regole.
Così la dirigente scolastica, nonostante le motivazioni dell’adolescente, ha pensato bene di fare un po’ il fenomeno come il mitico sergente Hartman protagonista del film di Stanley Kubrick e ha ripreso duramente Niamh infliggendole una pena severa e che a molti è apparsa inadeguata alla colpa (ammesso che vi sia colpa): l’ha sospesa dalle lezioni e poi la riammessa dopo pochi giorni ma a condizione che indossasse una pezzuola sul capo fino a quando i capelli non fossero ricresciuti ad un livello che l’istituzione scolastica ritiene decente e consono al proprio blasone. E un primo risultato l’ha ottenuto: adesso la preside è diventata una delle persone più note di tutti i tempi di Penzace – impresa non impossibile, a pensarci bene – e un po’ tutto il Regno Unito conosce il suo nome: Sara Davey. Il fatto è che molti lo fanno seguire da insulti vari.
La preside stessa ha spiegato ai media inglesi che la ragazza avrebbe dovuto chiedere il permesso alla scuola prima di rasarsi i capelli e comunque ha sottolineato che c’erano altre maniere per fare beneficenza. “Gli studenti conoscono la politica scolastica – ha dichiarato la preside – e sanno che la conseguenza è quella di concludere l’anno scolastico nell’aula di isolamento fino a quando i capelli non crescono”. Sì, in isolamento come i mafiosi e i criminali più efferati.
Naturalmente la ragazza ha ricevuto un vastissimo sostegno. Innanzi tutto dalla madre, Anneka Baldwin, che ha spiegato sui social network: “Penso che questa sia stata la cosa più coraggiosa e straordinaria da fare e mi rende così orgogliosa di lei“. Anche numerose associazioni di beneficenza hanno voluto testimoniare la vicinanza alla ragazzina. la quale su Facebook si è limitata a commentare: “Non sono capelli a definirmi come persona”.
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