Ikea nega l’area giochi ad un bambino autistico

“Nostro figlio è stato vittima di discriminazione: andremo a fondo”. Promette battaglia legale il padre del bambino autistico al quale domenica scorsa è stato negato l’accesso all’area giochi dell’Ikea di Padova. L’uomo ha raccontato l’intera vicenda al quotidiano La Tribuna spiegando che assieme alla famiglia (moglie e due figli, di 8 e 5 anni, con il minore affetto da autismo) che era partito da Treviso, dove vive, per Padova.

Al termine della giornata, la brutta sorpresa nel grande magazzino della multinazionale svedese. Precisamente all’ingresso dell’area giochi per bimbi “Smaland”, allestita al primo piano dell’Ikea. Il padre ha fatto presente a un’addetta i problemi di autismo del figlio spiegando che il piccolo, a causa della sua particolare condizione, avrebbe anche potuto togliersi i calzini antiscivolo, obbligatori nell’aula. A quel punto, secondo il racconto fatto dall’uomo, la dipendente Ikea avrebbe troncato ogni discorso replicando seccamente: “Allora non entra, non mi interessa”.

A nulla sono valsi i tentativi del padre di documentare la patologia del bambino e di provare a trovare una soluzione. Anzi, l’addetta ha stracciato i moduli che inizialmente avevano autorizzato entrambi i figli – che sono scoppiati in lacrime – della coppia trevigiana “dicendoci – precisa l’uomo – che le avevamo fatto perdere tempo”. Un accomodamento, secondo il padre del bambino autistico, si sarebbe potuto trovare, considerato che in altri situazioni simili “ci viene fatta firmare una liberatoria in cui decliniamo i gestori da ogni responsabilità”. Adesso la famiglia trevigiana si rivolgerà ad un avvocato per ottenere giustizia. Dal canto suo, Ikea ha fatto sapere: “Siamo un’azienda da sempre contraria alle discriminazioni, ma anzi aperta a tutte le famiglie. Tutte le aree Ikea dedicate ai bambini, compreso lo Smaland, sono soggette a norme per garantire sicurezza dei più piccoli. In particolare, vige la regola di indossare le calze antiscivolo sia per limitare la possibilità di scivolare, tagliarsi e farsi male, sia per tutelare i bambini a livello igienico”.

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