Istruzione domiciliare, parla la mamma del ragazzo con la leucemia: “Un incantesimo”

La data del 14 aprile, Calliope, non potrà scordarla. Perché è il giorno in cui suo figlio è stato ricoverato per poi ricevere, dopo qualche giorno, la diagnosi di leucemia linfoblastica acuta di tipo T. Il ragazzo, abituato a nuotare ogni giorno, da un giorno all’altro ha dovuto rinunciare allo sport ma l’abitudine alla preparazione atletica e la disciplina gli hanno dato, secondo la mamma, la forza per combattere la malattia.

A un anno da quella data, Calliope ha raccontato il progetto di istruzione domiciliare prima avviato dal liceo Volta-Fellini di Riccione e poi finanziato dall’Istituto Oncologico Romagnolo: “Mi dicevano ‘non importa se perderà l’anno di scuola’. Ma per me non era così. Io pensavo ‘guarirà ma non perderà l’anno’. La psicologa mi ha allora suggerito, visto che sono un’insegnante della scuola di mio figlio, di attivarmi. E così ho fatto. Quando lui era stanchissimo, provato dalle cure, i professori suonavano il campanello e lo spronavano ad alzarsi dal letto, a presentarsi al meglio delle sue possibilità e a iniziare la lezione. Questo lo ha aiutato a non sentirsi staccato dalla classe: il professore era una sorta di ponte con i compagni. L’aspetto fisico, visti gonfiori dati dal cortisone e la perdita dei capelli, non era più lo stesso di prima. Ma quelli erano i suoi momenti di riscatto“.

Calliope ha chiesto esplicitamente che nel progetto non mancasse nessuno, nemmeno gli insegnanti di religione ed educazione fisica: “Tutti i professori si sono alternati per un anno a casa. E ho visto ogni giorno, sotto i miei occhi, il beneficio che mio figlio traeva dal contatto con loro. La mia sensazione era che ci fosse un incantesimo, una magia, qualcosa di terapeutico. Anche se era distrutto dalle terapie e dalle trasfusioni, era contento e sorridente. Il fatto di non sentirsi diverso rispetto agli amici è stato importante per lui. A un certo punto la coordinatrice della classe mi ha chiesto di ridurre le ore e togliere qualche materia ma la psicologa si è mossa e, attraverso lo Ior, mio figlio ha avuto una borsa di studio che gli permetterà di ultimare l’anno scolastico e di fare qualche lezione anche in giugno per completare il programma, in modo che possa tornare a scuola in settembre”.

 

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