“Sono assolutamente contraria a proposte volte a ripristinare il vecchio schema assistenziale: dal punto di vista medico-scientifico questo andrebbe contro la logica delle evidenze che hanno portato alla centralizzazione dei parti in punti nascita di grandi dimensioni, e che anche a livello internazionale ha contribuito alla drastica riduzione della mortalità neonatale e degli esiti neonatali infausti”. Così Maria Cristina Galassi, direttore dell’unità operativa di Ostetricia Pavullo-Sassuolo, di fronte alle prese di posizione in merito alla riapertura dei piccoli punti nascita.
“Abbiamo recepito tutte le indicazioni nazionali in materia e lavorato al cambiamento ottimizzando tutti i passaggi di accompagnamento alla nascita, dall’inizio della gravidanza fino al parto nei punti nascita indicati come più idonei. Vi è stato un adeguamento assistenziale su un territorio che, proprio per la sua conformazione geografica, richiedeva da tempo una nuova strutturazione – spiega Galassi -. Passi indietro rispetto a quanto fatto finora sarebbero passi indietro nella qualità dell’assistenza, ingiustificabili dal punto di vista medico-scientifico, pericolosi in primis per le donne e i neonati. I professionisti sono indisponibili ad operare in contesti assistenziali inadeguati, perché la sicurezza ed i dati scientifici non si modificano cambiando l’assetto normativo”.
In merito a quanto riportato dai giornali in questi giorni, inoltre, l’Ausl Modena ribadisce che il Servizio di emergenza territoriale 118 rispetta gli standard di sicurezza per l’assistenza e il trasporto di gravide e neonati.
“Le affermazioni presenti sulla stampa dei giorni scorsi – rende noto un comunicato dell’Ausl Modena – mostrano l’assoluta mancanza di conoscenza sia della normativa sia di quanto in essere in Appennino. Le procedure STEN (Sistema di Trasporto d’Emergenza Neonatale) e STAM (per il trasporto materno o in utero) riguardano il trasporto dei neonati critici (e delle gravide nel secondo caso) tra i punti nascita provinciali e la Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Modena (e/o il suo Punto nascita quanto allo STAM) e sono finalizzate alla definizione del rapporto tra il punto nascita di primo livello che deve garantire una prima stabilizzazione e gli operatori che effettueranno il trasporto verso il centro specializzato”.
“Non sono questi gli standard richiesti al distretto di Pavullo – conclude la nota dell’Ausl -. Il sistema dell’emergenza-urgenza sull’Appennino modenese è accreditato e di qualità, le postazioni rispondono ai requisiti richiesti dalle normative regionali e, a conferma dell’alto livello di sicurezza per i cittadini di quei territori, i tempi di intervento sono pienamente rispettosi degli standard previsti”.
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