“Hai già abbandonato i tuoi figli?”.
Si è sentita dire queste parole, ieri, Federica Mazzoni, bolognese, 32 anni, mamma di un bambino di cinque anni e di due gemelli appena nati. Mazzoni, consigliera comunale, lavora nello staff della Commissione per la parità e i diritti delle persone dell’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna.
Ieri era impegnata in una riunione per lei importante quando una persona le si è rivolta cercando di fomentare il senso di colpa per non essere a casa con i suoi figli. E su Facebook Mazzoni ha espresso la sua indignazione: “Perché lo scrivo qui? Perché a un papà non succede. Perché, sì, ci sono rimasta male. Perché, no, non mi farò divorare dai sensi di colpa e darò il giusto e reale peso a questo episodio, ovvero zero. Perché queste piccole grandi ferite capitano ancora e noi mamme dobbiamo condividerle e fare fronte comune, perché non devono più accadere”.
Mazzoni è stata tra le promotrici del comitato bolognese “Se Non Ora Quando?”, fino alla fondazione del collettivo RosaRosae che ha l’intento di far emergere il punto di vista delle donne più giovani e precarie.
Più volte, in passato, si è espressa sul fatto che le donne siano vittime dell’idea di dover essere delle wonder women, idea che le porta ad arrabattarsi per conciliare lavoro e famiglia senza che la collaborazione maschile venga contemplata. Temi che richiamano un libro di Elena Stancanelli e Carula Susani dal titolo “Mamma o non mamma” (Feltrinelli), che diceva più o meno così: “Le madri sono infelici perché sono stanche. Perché sono vittime della serena che bisbiglia: si può fare tutto. Che alle loro orecchie diventa: si può fare tutto”.
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