Modena in controtendenza: boom di nascite al Policlinico

Calo delle nascite? Macché. I primi sei mesi del 2018 hanno confermato il trend positivo dei parti al Policlinico di Modena che si era già registrato nel 2017 quando, per la prima volta dal 2012, i parti erano aumentati di 31 unità, raggiungendo quota 2890 (+1,1%).

I primi sei mesi di quest’anno hanno visto 1457 parti, 92 in più dello stesso periodo 2017, addirittura un incremento maggiore a quello osservato nel 2017 (+6,30%).  Di questi, 160 sono stati effettuati in analgesia epidurale (12,0%) e 101 al Centro Nascita (9%), mentre i cesarei si sono ridotti al 22,4%, in linea con il calo iniziato nel 2014.

Il 39,8% di questi parti (581) hanno interessato bambini in cui almeno un genitore è nato all’estero: la comunità più rappresentata è quella marocchina con 120, seguita da quella ghanese con 57 e quella albanese con 53.

Interessante è anche l’analisi della residenza delle neomamme. Il dato, in questo caso, si riferisce ai primi quattro mesi del 2018 che hanno visto, su 916 parti, 845 mamme (92%) che risiedono o abitano nella provincia di Modena e le restanti 71 (8%) che sono andate al Policlinico pur risiedendo fuori provincia. Tra i Comuni di residenza, Modena fa ovviamente la parte del leone con 373 parti, seguita da Castelfranco Emilia (76), Vignola (45)e Formigine (43). L’appennino ha “contribuito” con 59 parti, di cui 13 di mamme residenti a Pavullo, con un incremento di 30 unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

“I dati, seppur parziali, sono interessanti – ha commentato il professor Fabio Facchinetti, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia del Policlinico – e in controtendenza rispetto alla realtà italiana, inclusa quella della Regione. La popolazione migrante fornisce sempre un forte contributo alle nascite, ma non è la sola a giustificare l’incremento osservato: evidentemente si consolida la fiducia della popolazione verso il nostro punto nascita. Ringrazio tutto il personale che ha assorbito questo maggior carico di lavoro, e che ha mantenuto l’attenzione alla qualità dell’offerta, sia riducendo interventi inutili che incrementando il ricorso al parto naturale”.

Il Policlinico di Modena è sede della Terapia Intensiva Neonatale e quindi costituisce il punto di riferimento a livello provinciale per il parto prematuro o con fattori di rischio.

“La nostra struttura – aggiunge il professor Fabrizio Ferrari, Direttore della Neonatologia – assiste ogni anno circa 450 neonati. Nel 2017 sono stati 210 i prematuri di cui 68 con peso inferiore ai1500grammi. Oltre ai prematuri assistiamo neonati necessitano per vari motivi di cure intensive. Dal 2015, in provincia è attivo il Servizio di Trasporto d’Emergenza Neonatale (STEN) per la Provincia di Modena, finalizzato alla stabilizzazione dei neonati critici nati nei punti nascita della provincia (Carpi, Mirandola, Sassuolo) e al loro trasferimento in sicurezza presso la Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Modena. Stiamo parlando di una trentina di neonati all’anno che si aggiungono a quelli le cui mamme vengono già dirottate al Policlinico durante il percorso nascita perché ritenute portatrici di gravidanze a rischio”.

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Commenti:

  1. Dati non completi che non rendono giustizia. Quanti parti operativi con ventose rispetto al 2000 quando i cesarei erano sicuramente un numero maggiore? Quanti danni al pavimento pelvico delle donne e incontinenze inemendabili urinarie e anali? (sempre che i dati vengano raccolti dato che sono considerati suboptimal care per una struttura). Quante kristeller e quante episiotomie? Rammentiamo che il cesareo è un parto operativo al pari del parto con ventose, kristeller ed episiotomia (pacchetto completo !!…) che si tenta di spacciare per un parto vaginale normale, ma non lo è, ed è sicuramente più destruente di un parto vaginale fisiologico e di un cesareo. Aver diminuito i cesarei e aver aumentato i parti operativi di sicuro non è una vittoria. E se il parto operativo con ventosa lo si considera un parto vaginale fisiologico, perché sulla nuova cartella clinica, rinnovata, chissà perché, dall’azienda nel 2014 è comparsa una pagina divisa con una metà dedicata alla descrizione e motivazione del parto operativo con ventosa e una parte al cesareo? Per il semplice fatto che tutte e due costituiscono accelerazioni del parto, l’uno (operativo con ventosa etc..) per feto profondamente impegnato quindi da + 2 e l’altro per feto con distocie (valutazione della meccanica e dinamica del parto con partogramma, non del solo ctg) sopra + 2 (RICORDO INOLTRE che il cesareo si può fare anche a feto impegnato, e il parto operativo vaginale richiede, almeno in una struttura di terzo livello, che vi sia tempo per fare un cesareo d’urgenza -ultima spiaggia- che da quanto dichiarato in precedenza si riesce a fare in 12/15 minuti, vedi ciò che è stato dichiarato durante terremoto). Ma allora perché per il cesareo si richiede un consenso scritto mentre per il parto operativo con ventose vi è la “malpractice” di non richiederlo scritto? La procedura regionale parla ben chiaro che il consenso, in questo caso scritto, va preso per tutte le procedure che possono alterare lo stato psico fisico del paziente, e questo è noto già dal 2011.
    Non parliamo poi delle informazioni date alle partorienti.
    Sarebbe bello anche vedere come vengono riconsegnati i documenti (il mio ctg mancava di 20 minuti di bradicradia, dove si è usata anche ossitocina, controindicata in questo caso, e che è ricomparso solo dopo lettera dell’avvocato e con una banale lettera di scusa dell’azienda dove sembra che la fotocopiatrice abbia la facoltà di fotocopiare pezzi di un tracciato continuo a sua scelta rifacendo coincidere perfettamente le curve del ctg…!!! Fotocopiatrice intelligente). Non parliamo poi del resto della documentazione (cartella clinica) dove oltre alla mancanza di firme degli operatori e timbri vi sono contraddizioni di date , dati.. etc.), ma che per chi all’interno deve valutare la correttezza dell’agire “i cosiddetti sinistri da malpractice” è tutto perfetto…. Tranne aver poi rifatto le cartelle e rimesso mano alle procedure nel 2014 … chissà perché…. e continuare a negare i danni provocati e strumentalmente rilevati…
    C’è poco da essere autoreferenziali, prima diamo e raccogliamo tutti i dati, valutiamo seriamente documentazioni, danni e agire secondo linee guida e best practice e solo dopo potremo vantarci di aver fatto il bene del BINOMIO MADRE – FETO e esserci comportati secondo best practice….

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