Stop all’obbligo dei vaccini a scuola, analisi pre vaccinali e un periodo di quarantena pari a 4-6 settimane per i bambini vaccinati prima del rientro in classe. La proposta di legge del Movimento 5 stelle per la revisione del sistema vaccinale della Regione Lazio contiene molte novità alcune delle quali destinate a suscitare un ampio dibattito.
Il documento, come spiega sulla sua pagina Facebook il consigliere regionale Davide Barillari, ha ricevuto il sostegno di associazioni free vax/no vax come Auret, Comilva, Codacons e Corvelva. All’articolo 2 viene auspicato il “superamento di una pratica vaccinale coercitiva” mentre tra i principi generali ci sono la “democratizzazione della medicina” a “la libertà di scelta terapeutica”
Si prevede, inoltre, “l’applicazione di un iter vaccinale articolato attraverso uno screening pre-vaccinale completo che permetta la valutazione delle condizioni del soggetto interessato”, che si conclude con un “processo di screening post-somministrazione dell’inoculo in modo da poter valutare ogni tipo di eventuale reazione avversa”.
L’articolo 3 sancisce il principio della personalizzazione della pratica vaccinale. Prima della vaccinazione, il pediatra o il medico di medicina generale dovrà raccogliere una “dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest’ultimo nella sua globalità, perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive il nucleo familiare, ossia dati economici, nutrizionali, tossicologici e psico-comportamentali dei componenti della sua famiglia; pediatri e medici sono tenuti a valutare con particolare attenzione le condizioni cliniche e di analisi che prospettano la necessità dell’esonero o del differimento della vaccinazione”.
Per ridurre il rischio di reazioni avverse, le vaccinazioni dovranno essere effettuate anche con vaccini in formato monocomponente; “a partire dalla fine del secondo semestre di vita del soggetto, a meno che ci siano condizioni specifiche che consiglino un uso anticipato o posticipato di una singola vaccinazione” e “in un intervallo minimo raccomandato di 60 giorni tra l’inoculazione delle dosi di differenti tipologie di vaccini oltre al rispetto dei tempi previsti per i richiami di ciascuna vaccinazione”.
L’articolo 4 spiega che, al momento della vaccinazione, “l’individuo deve essere in condizioni ottimali, sia fisiche che psichiche, e deve essere in possesso del certificato di nulla osta rilasciato nelle 24/48 ore precedenti”.
L’articolo 11, e questo è un punto che sta già facendo discutere, prevede testualmente: “La scuola garantisce che sia rispettato il periodo di quarantena di 4-6 settimane per il soggetto appena vaccinato con virus attenuato al fine di evitare contagi indotti dalle stesse secondo il principio di precauzione”. Se la legge Lorenzin espelle dall’asilo i bambini non vaccinati, qui avviene il contrario: i vaccinati rischiano di saltare la scuola (di qualsiasi ordine e grado, secondo un’analisi testuale) per almeno un mese.
Secondo l’articolo 7 la Regione “promuove ed incentiva il ruolo che l’alimentazione svolge nel modulare (positivamente o negativamente) le funzioni del sistema immunitario”. Per l’articolo 9 “i medici e il personale a supporto del counseling, e la loro formazione, non deve avere alcun conflitto di interesse, diretto o indiretto, con le case farmaceutiche”.
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