Manuela: “Sono nell’atto di nascita di mia figlia come la mia compagna”

Si chiama Cristina e, nell’atto di nascita della figlia Alice, trascritto dal Comune di Bologna, compare al pari della compagna Manuela, madre biologica della bimba nata il 31 ottobre del 2013.

La loro storia, raccontata dall’agenzia Dire, riassume le conseguenze del mancato riconoscimento delle famiglie con figli composte da due uomini o da due donne ma anche la volontà di alcuni Comuni, come quello di Bologna, di andare oltre: “Nell’atto di nascita di Alice non esistevo fino a venerdì 7 settembre 2018 alle 9.32, come è scritto nell’atto ufficiale che abbiamo firmato”.

Unite civilmente in Italia, Cristina e Manuela in assenza della stepchild adoption (che nella legge Cirinnà non è riuscita ad entrare) non hanno potuto fare nulla perché, giuridicamente, la bambina fosse riconosciuta come figlia di due mamme: “Poi, su suggerimento di un amico, abbiamo mandato una mail e il Comune ci ha risposto subito, e con grande entusiasmo. La mail era di fine luglio, la registrazione è avvenuta a inizio settembre. Si sono addirittura scusati moltissimo per il ritardo, ma c’erano state le vacanze di mezzo. Dove altro succederebbe una cosa simile?”.

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g