Marisa Savorelli: “Dopo 52 anni di salone, ora penso alle nuove generazioni”

Dopo 52 anni di esperienza, Marisa Savorelli non molla. Continua infatti a collaborare con il gruppo Aribelli – marchio da lei creato insieme a Lorena Gondolini – per eventi moda e ad andare in salone a Ravenna, perché “il mestiere della parrucchiera è il più bello del mondo e crea dipendenza”. 

Settantun’anni, una figlia di 46 e un nipote di dodici, Marisa è appena entrata a far parte di una rete di imprenditrici parrucchiere tutt’ora attive che fanno base nel Nord-Est d’Italia e che si sono date il nome 505-Cinquezerocinque, dalla somma degli anni passati da ciascuna di loro in salone.

“Il progetto è nato da Adriana Valles, di Ferrara – spiega Marisa – e mi ha subito conquistata. Il nostro scopo è trasferire ai giovani e alle giovani che si affacciano a questo lavoro conoscenze ed esperienza. Ma soprattutto, l’idea che al di là della competenza tecnica, quel che conta è sapere fare impresa: gestire il personale, puntare all’aggiornamento continuo, amministrare. Il resto si impara e viene dopo”.

In primavera il progetto, che si sta attivando soprattutto sui social, verrà presentato al Cosmoprof di Bologna: “Apriremo anche un blog. L’idea è quella di rispondere alle tante domande di chi porterà avanti questo mestiere dopo di noi, un mestiere che non vorrei si spegnesse e che, ne sono convinta, ha ancora molto futuro”.

Cinquezerocinque

Marisa, contro il volere dei genitori che lo consideravano un lavoro frivolo, iniziò a fare l’apprendista a quindici anni, per poi aprire il suo primo salone appena maggiorenne: “Allora era tutto un altro mondo. C’era forse meno professionalità ma bisognava investire e arrabattarsi per andare ai corsi, per viaggiare, per studiare. Un volo per Londra era un salasso, oggi bastano cinquanta euro. C’era meno concorrenza, questo senz’altro. Ma anche meno fretta di imparare e migliorarsi. Io insegno alla scuola benessere di Ecipar-Cna, un’esperienza bellissima dove però noto una gran fretta di apprendere, da parte degli aspiranti parrucchieri e delle aspiranti parrucchiere, così come una sottovalutazione del mestiere: non è vero che è frivolo, non è vero che non sia necessario prepararsi”.

Per farcela, Marisa ha potuto nel tempo contare sull’aiuto della famiglia: “Sono diventata mamma giovane, senza l’aiuto di mia madre che mi disse di pensare al lavoro e che mi portava la bimba in negozio quando dovevo allattarla, non ce l’avrei mai fatta. E devo anche spezzare una lancia a favore di mio marito, che è stato sempre presente. Dopo quindici giorni dal parto, ero già al lavoro. La conciliazione è ancora oggi un problema fondamentale, io sono stata fortunata”. Di imprenditoria femminile e pari opportunità, in effetti, Marisa si occupa da sempre: “Sia in Camera di commercio che alla Cna è un settore nel quale mi continuo a impegnare. In Italia le imprese femminili sono il 22% sul totale e, nel settore dell’acconciatura, su tre titolari di attività, due sono donne”.

Quando si guarda indietro, Marisa non dice di avere lavorato per oltre cinquant’anni: “Io mi sono divertita per cinquant’anni. E ricordo solo le cose belle”.

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