Camminare su tronchi e ponti tibetani; imparare ad andare in bici senza ruotine e arrampicarsi sugli alberi; fare attività di orienteering, passeggiare e giocare nei parchi; esplorare e manipolare ciò che la natura offre: sassi, terra, fango, legni, rami. È quanto fanno i bambini dei nidi e delle scuole d’infanzia di Modena dove la consapevolezza che movimento fa rima con apprendimento è un principio cardine della proposta educativa e un’esperienza che fa scuola.
Il 16 e 17 novembre 450 tra educatori e insegnanti si danno appuntamento a Modena, al cinema Raffaello, per “Movimparo: l’apprendimento ha bisogno di un corpo”, due giornate per riflettere sulla relazione tra movimento, corpo, apprendimento e cognizione organizzate dal Centro educativo Memo e dal Coordinamento pedagogico 0-6 del Comune di Modena.
“Nelle 22 scuole d’infanzia comunali e della Fondazione Cresci@mo, nei servizi integrativi e nei 15 nidi d’infanzia comunali il movimento quotidiano e le attività out door (nei giardini e nei parchi cittadini) non sono considerate uno sfogo concesso ai bimbi – spiega l’assessore alla scuola Gianpietro Cavazza – ma un luogo di apprendimento in cui le insegnanti osservano e propongono attività. Negli ultimi tre anni la proposta formativa è stata estesa anche al personale dei servizi convenzionati, delle scuole d’infanzia Fism e delle statali con l’obiettivo di contribuire a qualificare sempre più e sempre meglio l’intero sistema educativo misto modenese”.
“Grazie alle neuroscienze – spiegano le pedagogiste 0-6 del Comune – sappiamo che attraverso l’azione motoria il bambino compie una serie di apprendimenti che diventeranno da concreti ad astratti, per esempio fin da piccolissimo grazie ai suoi movimenti apprende principi di sequenzialità e causalità fondamentali per il linguaggio e per imparare a relazionarsi con gli altri. Attraverso il corpo, il movimento e il gioco libero o organizzato, il bambino esplora, entra in contatto con il mondo, apprende e in questo modo costruisce la casa dei futuri apprendimenti cognitivi, emotivi, relazionali e sociali”.
“Il movimento dei bambini è sempre finalizzato alla scoperta e se il bambino è lasciato libero di muoversi – proseguono – riesce ad apprendere una modalità di rapporto intelligente con l’ambiente che lo supporterà negli anni successivi. L’adulto deve solo accompagnare il bambino in questo processo di apprendimento. Purtroppo invece i bambini di oggi si muovono poco e crescendo diventano sempre più sedentari. Il nostro compito di educatori è anche quello di aiutare i genitori ad avere fiducia nei loro bambini affinché li lascino liberi di muoversi affiancandoli nelle loro esplorazioni”.
“Vado al massimo!”, urlava Anna di 4 anni arrampicandosi su un albero davanti alla sguardo compiaciuto della maestra. Il suo grido di vittoria è diventato anche il nome del sito internet che raccoglie oltre 70 esperienze e progetti condotti in nidi e scuole d’infanzia comunali e della Fondazione Cresci@mo, che vengono messe a disposizione di educatori e insegnanti.
Il sito da cui attingere idee, suggestioni e ispirazioni “Movimparo: vado al massimo!” (http://memoesperienze.comune.
Tra i relatori, insieme al professor Andrea Ceciliani dell’Università di Bologna, al professore di psicobiologia Alberto Oliveiro e a Roberto Farnè del dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, ci saranno anche esperti internazionali: Margareth Elifsen e Karen Klepsvik del Norvegian Teacher Accademy. Oltre alla parte formativa, sarà dato spazio ad alcune delle tante esperienze condotte nelle scuole di Modena e in particolare a quelle di una scuola comunale, un nido convenzionato e una scuola paritaria. Il convegno è rivolto a insegnanti di scuola dell’infanzia ed educatori di nido dei servizi di Modena e della provincia.
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