“Non lo mandiamo certo fuori di casa”. Sono le parole che ha detto a Il Corriere di Romagna Mario Galasso, direttore della Caritas di Rimini, che da anni ospita a casa sua, insieme alla moglie e ai due figli, il 23enne senegalese Mamadou Diouf, arrivato quattro anni fa in Italia seguendo le classiche disperate rotte migratorie e rischiando di morire su un gommone.

Il nuovo decreto sicurezza rischia di mettere a repentaglio lo status del ragazzo: “Mamadou lavora per lunghi periodi ed è quindi nelle condizioni di richiedere il permesso di lavoro, ma gli serve il passaporto e per averlo dovrebbe tornare in Senegal perché all’anagrafe del suo villaggio quando era piccolo è stato commesso un errore. Ma se parte poi non può più tornare, non ha i documenti e il permesso umanitario viene cancellato dal decreto sicurezza: gli è scaduto in agosto, ha presentato domanda, non gli è stato rinnovato e adesso non sarà più possibile, non esiste più”.

Quando diventerà di fatto un irregolare, Galasso non ha intenzione di allontanare il ragazzo: “Nel giro di quattro anni Mamadou è passato da un villaggio africano a Pirandello e Foscolo. Noi fuori casa non lo mandiamo”.