Nonni, imprescindibili ma poco considerati. All’Università degli adulti di Ravenna un corso ad hoc

Nonni imprescindibili nella gestione quotidiana delle famiglie, da un lato. Nonni non sempre socialmente riconosciuti quanto meriterebbero, dall’altro. Anche da queste riflessioni, oltre che dalla sua esperienza di psicologa e psicoterapeuta e di nonna di quattro nipoti, Paola Tosi lancia quella che è una vera novità per l’Università per la formazione permanente degli adulti “Giovanna Bosi Maramotti” di Ravenna.

Si tratta del corso “Nonni e nipotI: un pianeta da scoprire” che partirà il 3 marzo 2021 per un totale di tre incontri divisi per fasce di età: prima infanzia, adolescenza, adulti.
“L’idea – spiega la psicologa – è nata prima del lockdown ma devo dire che durante la quarantena ho spesso riflettuto sul fatto che i nonni venissero considerati una categoria da proteggere a tutti i costi ma anche una zavorra per il sistema sanitario. Un paradosso che si riflette anche sul controsenso secondo il quale sono fondamentali per colmare le falle del welfare ma poi non sono così apprezzati. Il corso va nella direzione di implementare la consapevolezza circa il senso del proprio ruolo nel gestire il rapporto con i nipoti. Non basta, infatti, citare le esperienze personali passate come elemento fondante la qualità delle relazioni con i nipoti ma è utile una consapevolezza rispetto al gioco delle relazioni intergenerazionali. Non ho certo la pretesa di costruire questa consapevolezza in tre incontri ma alcuni input possono essere utili strumenti”.
Fermo restando che, per Tosi, stili educativi e approcci diversi, davanti ai bambini, siano benefici e facciano crescere se, tra genitori e nonni, c’è un allineamento di vedute in materia di valori fondamentali, capire meglio certe dinamiche non basta: “Oggi i corsi, le scuole e le formazioni per genitori pullulano. Sul tema nonni c’è senz’altro meno offerta. Eppure sono importanti: al di là dell’apporto concreto che possono dare sia a gestire i bambini che economicamente, perché spesso hanno storie lavorative più solide e tranquille alle spalle, rappresentano l’autobiografia. L’ho vissuto sulla mia pelle: mia madre ha vissuto con noi dagli ottanta ai 95 anni e in certe espressioni dei miei figli, che ormai sono adulti e vivono fuori, ci sono molte delle sue parole e delle sue reazioni”.

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