Mariangela: «Dopo la perdita di mia figlia, trasformo il mio dolore in qualcosa di bello”

Uno dei lavori di Marianna Balducci, illustratrice riminese, per l’associazione “Con le ali di Chiara”. Per Mariangela Maestri è un disegno, come gli altri realizzati, che fotografa alla perfezione il suo sentire

Si può trasformare, il dolore? La risposta è sì per Mariangela Maestri, riminese, che il 10 giugno del 2016 ha perso sua figlia Chiara, quasi 11 anni, sentitasi male al termine della lezione di danza. Una morte improvvisa, che qualche mese dopo ha avuto una spiegazione clinica nella tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica, causata da una mutazione genetica.

“Dopo aver passato i primi tempi a chiedermi come mai fosse successo proprio a noi – racconta oggi la donna – ho iniziato a pensare che doveva per forza esserci un filo conduttore, in quel che era accaduto. E che non potevo piangermi addosso. Quando Chiara era piccola avevo perso mia madre e mi ero vista costretta a lasciare la mia attività per poter dedicarmi a lei e al fratello più grande. Ora, quel tempo vuoto che mi si era aperto davanti andava messo a frutto: bisognava trovargli un senso“.

Poco a poco Mariangela riprende in mano la fisarmonica, che non suonava da trent’anni. Poi coinvolge la scuola di danza di sua figlia. E il 25 giugno 2018, per evitare la sofferenza di un altro compleanno di Chiara senza Chiara, organizza “Un sì per la vita”, un evento di beneficenza incentrato sulla passione dei giovani per le varie forme d’arte. Nasce così l’associazione “Con le ali di Chiara”, che domenica 20 giugno alle 21,15 tornerà al Parco degli Artisti di Rimini con uno spettacolo di arte, musica e danza.

“Nel tempo i miei progetti si sono ampliati – racconta Mariangela – e sono riuscita a istituire delle borse di studio per le scuole di danza della città. Ma il sogno ancora più grande, poi realizzato, è stato quello di aprire un doposcuola per i bambini le cui famiglie non riescono a supportarli nei loro bisogni educativi e formativi, Quest’anno ne abbiamo aiutati 24, dalla terza elementare alla seconda media. Siamo nelle aule della parrocchia di San Raffaele e ci raccordiamo con le scuole del territorio, che ci segnalano gli alunni che potrebbero aver e necessità di noi. Così ho dato un senso alla mia perdita, così non mi sono lasciata andare alla disperazione“.

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