C’è un buco bellissimo da riempire: è quello di Mare di libri, il Festival dei ragazzi che leggono che dal 18 al 20 giugno, a Rimini, torna in presenza dopo l’edizione online dello scorso anno. All’appello, fa sapere la direttrice Alice Bigli, mancano quattro o cinque adolescenti (l’età è quella delle scuole superiori) che abbiano voglia di fare i volontari tra sistemazione delle sale, accoglienza degli ospiti, biglietteria, vendita dei libri.
Da sempre, il Festival è in mano al volontariato dei giovanissimi, che quando prendono confidenza con la questione diventano anche coloro che intervistano gli scrittori: «Quella che proponiamo è un’esperienza immersiva. Nel fine settimana del 12 e 13 giugno faremo una sorta di ritiro per la formazione e il team building. Dopodiché, nei tre giorni del Festival, i ragazzi e le ragazze saranno impegnati da mattina a sera, ognuno con una mansione. In genere è qualcosa che piace molto, lo dimostra il fatto che ci portiamo dietro la maggior parte dei volontari per diversi anni. Per loro è entusiasmante anche perché sono autonomi, non c’è un adulto che sta a controllare, tutto il tempo, che cosa stiano facendo».
Non è necessario essere degli accaniti lettori o degli appassionati di letteratura per aderire: «Buona parte ha un amore per i libri ma direi, più in generale, che i ragazzi e le ragazze hanno una propensione per la partecipazione, il volontariato, gli eventi culturali». Essere a regime con il numero di volontari e volontarie sarebbe ideale in un anno, questo della ripartenza, parecchio complesso: «Credo che, da organizzare, l’edizione 2021 sia stata la più difficile della mia vita. Abbiamo saputo solo dopo Pasqua del rientro in presenza, dunque in un mese e mezzo abbiamo fatto ciò che in genere si realizzava in sei mesi. Non solo: il contenitore era tutto da ripensare: metà del programma sarà fruibile anche online, quindi gratuito. L’altra metà, a causa del distanziamento, si tradurrà nei fatti una drastica riduzione del numero di biglietti. Per noi che ci autofinanziavamo, una bella botta alla quale si aggiungono i costi legati al Covid, dai prodotti per igienizzare alle consulenze degli esperti che devono dirci quanti ingressi servono in una sala o quali materiali usare per le sedie. Nonostante ciò, siamo vogliosi di ripartire. Per la prima volta avremo un filo conduttore: quello che ci è mancato».
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