“Dal 1960, quando è entrata in commercio la pillola anticoncezionale, siamo stati abituati a pensare alla contraccezione come qualcosa di femminile, di cui si fa carico la donna. Il pillolo è senza dubbio rivoluzionario non solo sul piano pratico ma anche culturale, nell’ottica di una maggiore condivisione della pianificazione familiare e di una responsabilizzazione da parte dell’uomo”.
Maria Cristina Meriggiola, professoressa dell’Università di Bologna, è la coordinatrice, per l’Unità operativa di Ginecologia e fisiopatologia della riproduzione umana al Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna, dello studio multicentrico su un contraccettivo ormonale maschile che funziona in modo molto simile a quel che avviene, per le donne, con la pillola: “Stiamo continuando a cercare coppie disponibili alla sperimentazione, sia in Emilia-Romagna che fuori. Il pillolo che testiamo è un gel che contiene un progestinico e testoreone. L’uomo deve spalmarlo sulla zona delle spalle e delle braccia una volta al giorno, avendo come effetto la soppressione della produzione di spermatozoi, cosa che riprende non appena il gel viene sospeso. Il pillolo, oltre a essere reversibile, mantiene intatte le caratteristiche e le funzioni sessuali”.
Lo studio, che coinvolge anche gli Stati Uniti, altri Paesi d’Europa e del Sudamerica, per ora ha dato risultati efficaci: “Per ora non ci sono stati segnalati effetti collaterali e non c’è stata nessuna gravidanza. Chiaro, le coppie che accettano di partecipare alla sperimentazione, ricevendo un rimborso, sanno di dover comunque mettere in conto il rischio. Ma non è l’unico motivo che ostacola l’avvicinarsi al nostro progetto: in generale, c’è poca propensione a fare prendere all’uomo la responsabilità della contraccezione. Finché è la donna a farsene carico tutto va bene, se si tratta di cambiare la percezione e le paure cambiano”.
Le coppie disponibili partecipano al progetto per un anno e una volta al mese circa vanno a Bologna per i controlli: “Quando avremo trovato 500 coppie e lo studio sarà concluso, anche davanti a risultati di sicurezza ed efficacia passeranno, probabilmente, altri anni prima della commercializzazione. Saranno le case farmaceutiche, infatti, a doversi fare carico degli oneri finanziari della messa in commercio”.
Le coppie interessate possono contattare i ricercatori all’indirizzo mail progetto.pillolo@aosp.bo.it oppure al numero 051-2143716 il lunedì ed il martedì dalle 9 alle 17.
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