«Dalla rabbia alla gentilezza, il rispetto delle emozioni sempre al centro dell’educazione»

Una sgridata ricevuta da bambina per essere caduta in una pozzanghera ed essersi sporcata. Giancarla Tisselli, psicologa psicoterapeuta ravennate, ricorda ancora bene l’intuizione avuta quel giorno: voler comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, direzione sulla quale ha poi costruito la sua vita professionale. «Dalla rabbia alla gentilezza. Educazione ai sentimenti e alle emozioni», edito da Mimesis, è il libro che ha pubblicato mettendo insieme anni e anni di esperienza sui temi dell’empatia e dell’intelligenza emotiva.

«Otto anni fa ho incontrato i norvegesi di Alternative to violence (Atv), chiamati dalla Regione Emilia-Romagna a fare formazione sulla violenza di genere – racconta Tisselli -. Partecipando a quel corso, la mia domanda è stata: ma perché, con questo metodo, non posso aiutare genitori, insegnanti, alunni bulli o oppositori? Il fatto che alla violenza ci sia sempre un’alternativa, mi faceva infatti riflettere sul fatto che questo non dovesse valere solo per gli uomini maltrattanti».

Attraverso Atv Tisselli ha imparato che chi sceglie una modalità aggressiva è perché lo ha visto fare e che replicare la violenza contribuisce a perpetuarla: «Violenza è anche chi pensa di avere sempre ragione, chi si identifica con le proprie idee e logiche, nella convinzione che siano l’unico modo per agire e non uno dei tanti strumenti possibili per pensare. Uscire dal conflitto è più facile se ci si sposta sul piano del “sentito”, che nella simbologia che io utilizzo come psicanalista junghiana, è collegato al femminile. Questo non significa che gli uomini non possano essere empatici e attenti alle emozioni, anzi. Ma ci ricorda ancora una volta come la nostra società patriarcale, e anche il mondo della scuola aggiungerei, siano molto più basati sul razionale, sul logos, su quanto abbiamo imparato piuttosto che su cosa abbiamo provato. Ma solo passando attraverso le emozioni si può rinnovare l’educazione e si può contrastare la violenza».

Tisselli lo ha appreso anche attraverso un intervento emergenziale realizzato insieme ad altre colleghe, qualche anno fa, nella classe di una scuola di Ravenna dove le insegnanti avevano segnalato la presenza di alunni e alunne aggressivi che avevano creato un clima di tensione, con conseguenze pesanti: difficoltà a dormire la notte per alcuni alunni, intenzioni di ritirare i figli da scuola da parte di alcuni genitori, frustrazione da parte dei docenti. «In quel caso – spiega la psicologa – abbiamo avuto l’intuizione di portare in una scuola le tecniche utilizzate con gli uomini maltrattanti: abbiamo messo al centro del processo educativo le persone, ciò che provavano davanti a certi comportamenti. Abbiamo sostituito il contenimento autoritario, da parte delle insegnanti che comunque erano molto competenti, con un contenimento gentile e rispettoso. Dopo quindici giorni, formando tutto il personale della scuola e i genitori su questi temi, il clima in quella classe è radicalmente cambiato. Negli anni successivi, poi, abbiamo replicato la stessa esperienza in altri contesti scolastici, monitorando gli esiti».

Al centro di questi percorsi, uno degli argomenti principali è senza dubbio la rabbia: “Non dimentichiamo mai che dietro la rabbia ci sono dei sentimenti e dietro i sentimenti ci sono dei bisogni. Tenerlo presente e chiedersi sempre, quindi, cosa mi sta comunicando chi ho davanti, cambia le relazioni interpersonali e la felicità del quotidiano. Alla fine, poi, chi agisce con aggressività, dopo non si sente mai bene. Ecco perché tutti questi temi, e quindi anche il libro che ho scritto, sono applicabili e utili a tutti: a scuola, in famiglia, nelle relazioni di coppia e di lavoro».

 

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