«Alfabetizzazione emotiva nelle scuole, così trasformo il dolore per la perdita di Giacomo»

Ci sarà Elisabetta Ivankovich, la sua migliore amica. Ci sarà Isabella Valenti della scuola media di Alfonsine, che lo scorso anno ha lavorato con le classi terze, utilizzando le sue poesie. E poi, ovviamente, Monica Pezzi, la sua mamma, che da un dolore inenarrabile ha ricavato una forza altrettanto grande perché, come canta Niccolò Fabi, «la gioia, come il dolore, si deve conservare, si deve trasformare».

Giacomo Cavallini, scomparso in seguito a un incidente stradale nel giugno del 2019, rivive oggi nell’associazione «Le emozioni di Giacomo ODV» che verrà presentata ufficialmente venerdì 3 giugno (sarebbe stato il suo compleanno) alle 20,30 al Labirinto Effimero di Alfonsine. L’associazione di volontariato, le cui attività sono partite in realtà nel 2021, è nata a partire da quello che per Monica è stato, durante il suo lutto, un regalo inaspettato: le 55 poesie scritte da suo figlio e trovate in giro per casa, nei cassetti, oggi anima del libro «Mi chiamo Giacomo, ho 20 anni e non so cosa inventarmi».

Aggrappandosi a quelle parole, testimonianza del mondo interiore che Giacomo aveva, viveva e sperimentava, Monica ha pensato a un progetto di alfabetizzazione emotiva da presentare alle scuole, dove spesso l’ansia del «programma» fa perdere di vista tutto ciò che riguarda la psicologia e l’emotività degli studenti, che attraversano il periodo non facile dell’adolescenza: «Quest’anno abbiamo lavorato al Liceo classico di Ravenna, la scuola che frequentava mio figlio, con il percorso “Sentio ergo sum” dedicato alle classi prime delle scienze umane. Con alcune classi quinte invece, il libro di Giacomo è stato utilizzato in autonomia dalla Professoressa Alessandra Pagnoni come “Un amico per l’esame”, per affrontare ansie e preoccupazioni in preparazione appunto all’esame di maturità classica».

L’associazione fondata da Monica è un’idea nata insieme alle amiche Mariacristina Errani, life coach ad indirizzo emotivo comportamentale e

Monica e Giacomo

Monica Vecchi, dirigente aziendale Datawords Milano: «Proponendo il progetto, ci siamo rese conto quanto davvero, nella scuola, ci sia poco spazio per quello che i ragazzi e le ragazze vivono interiormente. Quando andiamo nelle classi ci accorgiamo di quanto bisogno inespresso ci sia tra gli studenti, un bisogno di decodificarsi, raccontarsi, avere una voce che parte da dentro. A partire da una poesia di Giacomo, “Adolescenti”, ne è nata un’altra, lunga quattro pagine, dal titolo “Adolescenti 2.0”. Se dovessi indicare una delle emozioni prevalenti che i giovani esprimono, non avrei dubbio: è l’ansia».

Ma Giacomo era anche donatore di organi volontario e se è vero che anche dal dolore nascono a volte esperienze belle, una di queste è senza dubbio l’incontro con Simone, che oggi vive grazie ad uno dei doni di Giacomo e che sarà presente alla serata, così come Giuseppe, che vive grazie al suo cuore: «Venerdì ci sarà anche un momento di sensibilizzazione sul tema della donazione, un mondo che mi si è aperto davanti mentre perdevo mio figlio. Oggi la famiglia di Giuseppe è parte della mia, al braccio porto il braccialetto che mi hanno regalato; ci sono due G, come Giacomo e Giuseppe, c’è l’8, simbolo di infinito e giorno della morte di mio figlio. E poi due cuori».

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