Due nuove app si uniscono al percorso di formazione dedicato ai bambini delle scuole elementari e medie
BOLOGNA Insegnare ai bambini, tramite una serie di lezioni a scuola, come salvare le vite. Così è nato negli anni scorsi il progetto Kids for Life dell’Ausl di Bologna, organizzato in collaborazione con la Fondazione del Monte. Un percorso che ha le sue radici nel decennale progetto “Pronto Blu 118” che mira a iffondere la cultura della rianimazione e aumentare il numero di soccorritori volontari in grado di intervenire qualora si verifichi un arresto cardiaco. Ai bambini viene insegnato a riconoscere l’arresto cardiaco, chiamare il 118, eseguire la rianimazione cardiopolmonare, utilizzare i defibrillatori semiautomatici (DAE). Gesti e manovre elementari, alla portata di tutti, anche dei più piccoli.
Kids for Life promuove comportamenti adeguati nella gestione delle emergenze cardiorespiratorie e delle attività di primo soccorso, attraverso la realizzazione di incontri di formazione innovativa dedicate alle scuole con scenari di realtà virtuale. L’obiettivo è di formare un migliaio di studenti e 100 docenti appartenenti a 8 classi delle scuole primarie e 80 classi delle scuole secondarie di Bologna e Ravenna. Nei giorni scorsi sono state presentate due nuove app dedicate alla formazione e alla promozione all’utilizzo della app DAE RespondER: “Un Pic nic mozzafiato VR” e “School of CPR VR”, rivolte rispettivamente ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie (disponibili su Apple Store e Play Store). Le app rappresentano i primi due nodi di un più lungo percorso di formazione e responsabilizzazione di ciascun cittadino che il 118 e l’Azienda USL di Bologna, in più occasioni, promuove a Bologna, “città cardioprotetta”.
L’obiettivo ultimo è quello di incentivare la condivisione e la trasmissione della corretta esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare tra i più giovani consiste proprio nell’abbattere i timori e le eventuali titubanze, favorendo il tempestivo intervento dei futuri adulti. Nel 70% dei casi, infatti, sono i comuni cittadini definiti “laici” ad assistere ai circa 60.000 arresti cardiaci, ogni anno registrati in Italia.
Proprio in virtù di questa formazione, consapevolezza e responsabilità sociale, nel caso in cui essi assistano nel corso della loro vita ad un arresto cardiaco potranno pertanto contare sulla conoscenza delle manovre di RCP e delle procedure di utilizzo del defibrillatore semiautomatico.
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