RAVENNA – Sarà portato avanti anche in Romagna, all’ospedale di Ravenna, uno studio per indagare sulla presenza di sostanze Pfas nel latte materno. A proporre lo studio è l’Alma Mater Studiorium, l’Università di Bologna. Titolo della ricerca è “Contaminazione da composti Perfluoroalchilici in latte materno in Emilia-Romagna“. Nei giorni scorso l’Ausl ha acconsentito alla ricerca.
Le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (note appunto con la sigla Pfas) sono composti chimici utilizzati per le loro proprietà antiaderenti e di resistenza al calore. Vengono utilizzati in tantissimi prodotti di uso quotidiano: abbigliamento, prodotti per l’igiene, padelle e pentole. Si tratta però di sostanze potenzialmente dannose, molti studi ne hanno già accertato la presenza in sangue ed urine e negli ultimi anni la stessa cosa si sta facendo per quanto riguarda il latte materno. Uno dei primi studi è stato fatto in Canada, all’Università di Montreal, e i risultati sono stati piuttosto preoccupanti: nel latte materno le concentrazioni di Pfos sono fino a due volte superiori di quelli trovati nell’acqua potabile. Pur non inficiando i benefici dell’allattamento materno, di certo la presenza di queste sostanze suggerisce un’accortezza in più nell’utilizzo di questi strumenti.
Questi risultati, che dimostrano un’evidente contaminazione del latte materno da parte di queste sostanze chimiche, non devono tuttavia scoraggiare le neomamme e spingerle a rinunciare all’allattamento. Come sottolineano anche gli autori di questo studio, i benefici dell’allattamento al seno per la salute dei bambini sono ben consolidati.
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