Respinta da 22 ospedali prima di abortire

abortoE’ già madre di due figli, ha 41 anni e di fronte ad una gravidanza indesiderata ha dovuto girare 23 ospedali per abortire entro i primi 90 giorni, come prevede la legge 194. Una storia limite, certo, ma che stupisce fino ad un certo punto in un Paese dove sette ginecologi su dieci sono obiettori di coscienza. E stupisce ancora di meno se proviene dal Veneto, tradizionale isola bianca, roccaforte cattolica specie nella sua accezione tradizionalista (ed integralista). La denuncia arriva dalla Cgil e, come riportano i media locali, riguarda una signora di Padova di 41 anni che, al termine di un vero e proprio calvario è potuta ricorrere all’interruzione di gravidanza proprio nella sua città.

Quando ha scoperto tutto, la donna era al secondo mese avanzato. C’era l’esigenza quindi di fare in fretta per rientrare nei termini della legge ma 22 ospedali fra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, hanno respinto la sua richiesta di aborto con giustificazioni come “non c’è posto”, “si rivolga alla sua Usl”, “qui sono tutti obiettori“. Poi ha allertato la Cgil che ha risolto il caso ma l’amarezza resta: “Lo trovo offensivo e inutilmente doloroso“, ha detto la donna al termine della sua disavventura.

Il sindacato invece ha chiesto il pieno rispetto e l’attuazione della legge 194, con l’assunzione di personale sanitario non obiettore, come è recentemente avvenuto nel Lazio. In Veneto la percentuale degli obiettori supererebbe la media nazionale: si arriva all’80% con punte a Padova e a Belluno.

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