Mena altra mamma perché l’ha cacciata dal gruppo WhatsApp

Amazed young woman looking her mobile phone, isolated on white. Trendy girl using smartphone, studio shot

E’ uno degli incubi dei genitori, dei professori e degli allenatori. La chat di WhatsApp della scuola o dello sport dei figli. Uno strumento detestato da molti ma di cui, evidentemente, non si può proprio fare a meno: chi si cancella o non partecipa è una sparuta minoranza. Gli altri, anche malvolentieri, restano e, non di rado, si sorbiscono lamentele, insulti ed amenità del genere. Già, perché in queste discussioni virtuali spesso si esagera e qualche volta va a finire male.

Come è successo alla mamma di 36 anni di Pavia condannata per stalking e lesioni a sei mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Tutto, come spiegano i media locali, a causa di un litigio nato per l’esclusione dal gruppo WhatsApp dei genitori di una squadra di minibasket. La signora non l’ha presa benissimo e prima ha molestato con sms, telefonate anonime e insulti la mamma di un compagno di squadra del figlio, poi è passata alle vie di fatto e un bel giorno, durante un incontro dei figli, l’ha insultata e aggredita atterrandola e procurandole lesioni giudicate guaribili in 45 giorni. L’avvocato della donna ha preannunciato ricorso ricordando che la sua assistita “è invalida al 67% per un deficit motorio”. Viene dunque da chiedersi di che cosa sarebbe stata capace se fosse stata ‘abile ed arruolabile’…

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g