Vaccini, se il numero verde del ministero non conosce la legge

Il ministero della Salute ha fatto sapere che il primo giorno è andato benissimo. Che il debutto del 1500, il numero verde voluto da Beatrice Lorenzin e dai suoi collaboratori scientifici per dare informazioni e risolvere i dubbi sulla legge sui vaccini, non poteva essere migliore. E così sui vari media si legge di boom di chiamate con tanto di servizi dal vivo coi giornalisti invitati nella centrale operativa e grandi elogi nei confronti di chi ha avuto l’idea: la 46enne romana cresciuta alla scuola politica di Silvio Berlusconi e, quindi, non certo a digiuno di strumenti per far brillare (propagandare, dicono i suoi avversari politici) le proprie iniziative. Dalle cronache apprendiamo del nonno che chiama per vaccinare il nipotino, dell’antivax pentito, dell’immancabile madre ansiosa e così via.

Nell’ambito di questo straordinario successo (reale e mediatico) c’è da segnalare anche qualche intoppo. Cose che capitano quando, come ieri, partono servizi tesi ad arginare quella che il ministero stesso ha definito “un’emergenza” e che ha portato il governo ad intervenire con un decreto legge, ravvisandone gli estremi di necessità ed urgenza. Capitano, vero, ma su aspetti marginali di solito. Se invece gli ‘incidenti’ toccano direttamente il nocciolo della questione viene da farsi qualche domanda. Semplice semplice, del tipo: ma la task force annunciata dalla Lorenzin sarà all’altezza del compito? E quelli che, come previsto da una apposita circolare, dovranno formare gli insegnanti e il personale della scuola, a loro volta, saranno ‘formati’ (e correttamente informati)?

La testimonianza ci viene fornita da una mamma di Rimini che, da noi contattata, ha specificato di aver chiamato il 1500 “non certo per amore di polemica ma per avere delucidazioni sull’obbligo vaccinale“. Risultato: quando ha abbassato la cornetta aveva più dubbi di prima. Pazzesco per un servizio pubblico, vero? Ma andiamo direttamente alla questione: trascriviamo integralmente la conversazione, così come riportata sul profilo Facebook della signora.

Ecco qua. “Devo iscrivere mia figlia alle elementari, ha fatto l’esavalente, cosa succede se la iscrivo con questa documentazione?”
“Quindi ha fatto anche parotite, rosolia e morbillo?”
“L’esavalente non comprende parotite, rosolia e morbillo”
“Ah, va bè, lo deve fare”
“Ma cosa succede se presento questa documentazione?”
“Non viene presa a scuola”
“Cosa? Ma esiste il diritto allo studio”
Dopo un po’ di farfugliamento c’è stato, per fortuna, un cambio di operatore il quale di dice che devo contattare l’Asl, prenotare il vaccino e presentare a scuola il documento di prenotazione. Chiamo la scuola: “Signora non si preoccupi, siamo ancora in attesa che il ministero e l’Asl ci diano indicazioni, appena le avremo contatteremo i genitori e le pubblicheremo sul sito”.

Buona la prima? Mah, non esattamente…

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