La depressione post partum è un tipico e ben noto problema delle donne in seguito alla gravidanza ma, e questa è la novità, potrebbe affliggere anche gli uomini. A documentare la patologia è uno studio dell’università of Southern California di Los Angeles appena pubblicato sulla rivista Hormones and Behaviour. Gli esperti statunitensi hanno messo in relazione, appunto, il calo di testosterone successivo alla nascita dei figli e i rischi di disturbi depressivi, insoddisfazione e aggressività.
A fare da tester sono state 149 coppie di neogenitori, seguite periodicamente da uno staff specializzato fino a 15 mesi dal parto e alle quali stato chiesto di fornire informazioni su stato d’animo, grado di soddisfazione della vita di coppia ed eventuali sintomi depressivi. Confrontando le risposte date con i livelli di testosterone misurati negli uomini, è emerso che i soggetti che avevano quantità inferiori dell’ormone maschile per eccellenza avevano più probabilità di essere colpiti da disturbi dell’umore. In particolare questi uomini erano depressi, stressati, aggressivi e insoddisfatti della relazione con la propria compagna.
L’associazione della depressione maschile con quella femminile, poi, ha dato incroci sorprendenti. Il maschio depresso con poche quantità di testosterone di solito aveva accanto una donna rilassata e soddisfatta del rapporto di coppia. Al contrario, il maschio ‘in forma’ e in perfetto equilibrio mentale di solito si trovava accanto una donna insoddisfatta o in preda alla depressione post partum. Insomma, tra lui e lui raramente c’era corrispondenza dal punto di vista dell’umore. Circostanze che gli esperti mettono in relazione proprio alla nascita dei figli, una ‘variabile’ che cambia decisamente la vita di coppia. La spiegazione? Per ora è stata fornita solo a livello di ipotesi: “E’ probabile – ha spiegato un portavoce del gruppo di ricerca – che i padri con bassi livelli di testosterone abbiano trascorso più tempo a prendersi cura del bambino o che abbiano profili ormonali più sincronizzati con quelli delle madri”.
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