A 11 anni ha menato la sua insegnante. Di brutto, come direbbe lui con uno slang tipico dell’età: l’ha presa a pugni fino a metterla letteralmente ko come si trovasse sul ring del Madison Square Graden. Si è calmato solo quando la donna è finita al tappeto. Risultato: per la professoressa, una signora ormai prossima alla pensione, è stata necessaria una visita la pronto soccorso dove le è stata riscontrata una serie di lividi. Sette i giorni di prognosi per lei. La vicenda si è verificata lo scorso 30 gennaio in una scuola media della provincia di Piacenza.
Il ragazzino è uno studente di prima media. Italiano, non proveniente da particolari situazioni di disagio familiare o sociale. Anzi, gli insegnanti lo descrivono come “molto intelligente” anche se un po’ troppo vivace. A scatenare la sua violenza è stata una mancata risposta della professoressa al termine di una lezione. A quel punto il ragazzino non ci ha visto più ed ha aggredito la docente. E’ stato sospeso dalle lezioni con obbligo di frequenza ma, allo stesso tempo, la scuola ha fatto quadrato attorno a lui, “per evitare che si crei un mostro”. Ai media locali la preside ha detto: “Farei rientrare quello che è accaduto in una ricerca di attenzioni”. Ricerca di attenzioni che in passato si era concretizzata in altre azioni e gesti decisamente poco ortodossi come (parole della dirigente stessa) la costruzione di un piccolo marchingegno per dare la scossa ai compagni o l’esplosione di petardi nel doposcuola. Il caso è stato segnalato ai servizi sociali con un educatore che seguirà il ragazzino a casa mentre è stato arruolato uno psicologo per mediare e risolvere eventuali altri conflitti in classe. L’imperativo è quello di recuperare il ragazzino prima che sia troppo tardi, prima che compia i 14 anni e diventi imputabile e i sui comportamenti possano essere puniti dal codice penale. Quanto agli insegnanti, d’ora in poi dovranno essere più attenti alla sua “ricerca di attenzioni”.
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